Dalla Barbuta alla Monachina: «Un presidio fisso dell'Esercito»

Dalla Barbuta alla Monachina: «Un presidio fisso dell'Esercito»
di Mauro Evangelisti
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Martedì 31 Luglio 2018, 08:35
I militari di Strade sicure anche davanti ai campi rom per fermare e soprattutto prevenire l'assedio dei roghi tossici che mettono a repentaglio la salute di chi abita nei palazzi vicini. Sei quelli che maggiormente preoccupano: via di Salone, Barbuta, Monachina, via Salviati, via Candoni e Torrespaccata. Il piano va avanti, ne ha parlato nei giorni scorsi la sindaca Virginia Raggi, nel corso dell'incontro con il ministro dell'Interno, Matteo Salvini.

OPERAZIONE
Il progetto dovrà essere affinato, anche per capire quale tipo di azione possano assicurare le donne e gli uomini dell'Esercito, visto che la parte investigativa deve comunque passare dall'operato delle forze di polizia, come avvenuto ieri in via di Salone, grazie al Gruppo Sicurezza Pubblica Emergenziale e Comando Generale. Bene, ma di esercito contro i roghi tossici si parla ormai da un anno, perché non si è passati alla fase operativa? Secondo Roberto Morassut, deputato Pd che nella scorsa legislatura ha fatto parte della Commissione d'inchiesta sulle periferie, è la Raggi ad essere in ritardo: «Come commissione ipotizzammo l'uso dell'Esercito, l'allora ministro dell'Interno, Marco Minniti, chiese al Comitato metropolitano per la sicurezza una mappatura delle zone a rischio, che però la Raggi non ha inviato. Ma qui bisogna fermare anche il business e le organizzazioni che stanno alle spalle di questo fenomeno».

Un elenco dei campi e delle zone colpite dai roghi tossici lo ha fatto, nei mesi scorsi, Fratelli d'Italia: Andrea De Priamo, consigliere comunale, e Fabio Rampelli, parlamentare, hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica. Oltre a via di Salone, le aree funestate dai roghi causati dai rom che per rivendere il ferro, danno a fuoco ai rifiuti, sono quelle del campo della Barbuta (il 10 luglio di un anno fa si sviluppò un grande incendio, che è andato ben oltre il campo); la commissione ha svolto sopralluoghi anche nell'insediamento abusivo di Torrespaccata, ma altre zone colpite sono la Monachina, via Candoni, via Salviati, via Cesare Lombroso, via del Cappellaccio. L'Asl confermò: «I roghi causano l'aumento dell'inquinamento ambientale ed effetti immediati su apparato respiratorio, cardiocircolatorio e oculare».

Rampelli: «Serve l'esercito, bisogna sequestrare i rifiuti illegali in modo da fare mancare il carburante di questi roghi. E soprattutto colpire le imprese che beneficiano di questo servizio». Secondo quanto aveva constato la commissione parlamentare, sono due le centrali di smistamento principale del metallo a Roma: uno sulla Magliana, uno sulla Nomentana. I rom puntano a recuperare ferro (ma anche rame) dai rifiuti e i roghi che inquinano interi quartieri sono originati proprio da questa attività. Casi simili furono segnalati anche al camping River, sulla Tiberina, nel campo abusivo che è appena stato sgomberato. Il caso di via di Salone, che ieri ha portato ai quattro provvedimenti di misura cautelare, in questo senso è emblematico: coordinati dalla Procura, gli uomini della Polizia municipale hanno individuato un'organizzazione all'interno del campo che aveva perfezionato una filiera del settore. Stoccava, incendiava e smaltiva i rifiuti, anche speciali, li trasportava per conto di ditte ovviamente complici. All'inizio di questa catena, ci sono anche i rovistatori, che vanno a cercare i rifiuti nei cassonetti.
 
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