Frana alla Balduina, lettera-appello: «Il sindaco blocchi i lavori»

Frana alla Balduina, lettera-appello: «Il sindaco blocchi i lavori»
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 19 Febbraio 2018, 10:29

Dalla stanza che gli hanno assegnato nel residence Sacconi, Giancarlo de Caprariis accende il computer mentre sua figlia – quattro mesi la prossima settimana – dorme nel lettino portato con fatica dall’appartamento evacuato in via Andronico 16 dopo la frana di mercoledì scorso.

«A casa chissà quando e come ci torneremo», dice. Nelle sue condizioni versano altre 13 persone che, impossibilitate a trasferirsi da amici o parenti, hanno accettato obtorto collo la soluzione offerta dal Comune, lasciando la Balduina per sistemarsi temporaneamente nel residence al quartiere Flaminio. Da qui, de Caprariis ha scritto ieri alla sindaca Raggi chiedendo un intervento immediato da parte dell’amministrazione comunale per bloccare i lavori. Alla sua missiva – che altro non è se non un grido d’aiuto – si aggregano in tanti. «Sono giorni di disagi, amarezze e delusioni», spiega de Caprariis. «Non è giusto che le persone siano costrette ad abbandonare le proprie case senza sapere – continua – se e quando vi potranno fare ritorno, angosciate dal solo pensiero che potrebbero non esserci più o peggio ancora depredate e violate da individui senza scrupoli». La prima cittadina, che il pomeriggio del crollo si è recata alla Balduina dileguandosi poi nei giorni successivi, viene chiamata a dare supporto ai cittadini ma soprattutto a intervenire per creare in quell’area «un parco, un asilo, una ludoteca, un museo di quartiere. Indipendentemente dai tribunali – prosegue ancora de Caprariis – il sindaco credo che possa conoscere le zone dove vi è un disagio abitativo».

«Tutto questo poteva essere evitato – conclude – perché i segnali c’erano tutti, perché molti cittadini avevano lanciato allarmi e richieste di intervento che giacciono sotto le tonnellate di terra che oggi stanno colmando quella maledetta buca che non ci fa dormire la notte». Proprio quegli appelli, di fatto inascoltati, muovono oggi le indignazioni di altri residenti evacuati, quelli del civico 24. 

LE VERIFICHE
«Chiederò un incontro al pubblico ministero che segue le indagini – aggiunge Ettore Romagnoli – perché si è verificata una situazione strana: il XIV gruppo della polizia municipale, lo stesso che è stato sollecitato più volte dai nostri esposti senza rispondere (l’ultimo, sulle criticità del cantiere, è stato inviato al gruppo di Monte Mario lo scorso 9 febbraio) è lo stesso organo chiamato dalla procura a compiere parte delle indagini: uno dei soggetti da controllare che diventa controllore». Un’anomalia, a detta dei residenti, che andrebbe sanata «per poter davvero credere – conclude Romagnoli – che chiarezza venga fatta senza nessuna ombra». A tutto questo si aggiungono, poi, le azioni legali che i cittadini intendono intraprendere.
 
I RISARCIMENTI
C’è chi ha genitori anziani e malati oggi sfollati, chi ha dovuto sospendere l’attività professionale perché nei due edifici impraticabili ci sono i loro studi, le loro sedi di lavoro. Chi ha perso l’auto e chi, come la signora Norma Coppola, è stata colta da infarto per lo spavento dello smottamento e resta ricoverata all’ospedale Santo Spirito. Singolarmente o in collettività saranno molti i cittadini che avanzeranno richieste di risarcimento alla proprietà dell’area. Intanto sta proseguendo la messa in sicurezza provvisoria della parete crollata. Nella notte di domenica, anche grazie alla clemenza del tempo, sono stati scaricati altri 3.500 metri cubi di riciclo di cava che, aggiunti a quelli depositati nella notte di sabato scorso, arrivano a 7 mila metri cubi totali versati. Considerata l’ampiezza della zona da mettere in sicurezza (10 mila metri cubi) la parete sarà ricoperta interamente entro oggi. A questo però dovrà poi seguire un progetto (da approvare) per il ripristino della strada crollata. Insomma, c’è ancora da lavorare. Ad ogni modo, messa in sicurezza la parete franata, i residenti potrebbero tornare nelle proprie case a meno che i vigili del fuoco non ravvisino problematiche strutturali sugli edifici. 
 

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