Atac, niente quorum: boom di «sì» ai Parioli, maglia nera a Torbella

Atac, niente quorum: boom di «sì» ai Parioli, maglia nera a Torbella
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Lunedì 12 Novembre 2018, 08:04
L'autobus del referendum è passato ma i romani non se ne sono accorti, divisi tra gite fuori porta, stadio, divani e centri commerciali. Sul fronte dell'affluenza dati molto bassi a Tor Bella Monaca (record negativo con il 9,3%), qualche punto in più a Parioli e San Lorenzo (25,3%, con il «sì» che ha toccato quota 88% per entrambe i quesiti), l'esito finale supera di poco il 16 per cento, lontano dal 33 richiesto. «Sono triste, molto triste. Le stesse persone che ogni giorno si lamentano perché il trasporto pubblico non funziona, non sono venute a votare, a decidere il cambiamento di Atac. O anche, al limite, a votare no».

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Non si dà pace nel primo pomeriggio Roberta Riccioli, mentre esce da uno dei seggi centrali, quello dell'istituto comprensivo di via Settembrini, rione Trevi. Aggiunge: «Io ero andata anche in piazza del Campidoglio qualche settimana fa alla manifestazione contro il degrado, per chiedere una Roma migliore, per chiedere il cambiamento. Provi a mobilitarti, poi però quando si tratta di votare non si presenta nessuno. Vale qui in centro, vale anche in periferia, temo».

SILENZIO
Vicino a lei un'altra signora scuote la testa: «Guardi io ho votato no, non penso che sia giusto mettere a gara il servizio, sono per la gestione pubblica. Però era giusto votare, invece il Campidoglio ha fatto di tutto perché non si sapesse che c'era il referendum, lei ha visto campagna informativa in giro? La verità è che non volevano che si sapesse che c'era un referendum. L'altra sera ero a cena con alcuni amici, persone solitamente ben informate. Eppure, nessuno di loro era a conoscenza del referendum sul futuro dei trasporti». Il presidente di seggio è Stefano Gallucci. Da altre parti ci sono stati problemi, contestazioni, perché i suoi colleghi non sanno che è sufficiente il documento per votare, ci sono state contestazioni, lui però precisa: «Il regolamento che ci hanno distribuito parla chiaro, si può votare anche senza tessera elettorale. Qui da noi tutto sta procedendo regolarmente, un po' di persone sono venute, però certo non tantissime».
Cambio di scena, Tor Bella Monaca, VI Municipio, periferia a est di Roma. Qui davvero siamo dove i tram, anzi gli autobus, non vanno avanti mai, e ti aspetti una reazione alle urne, anche un banale voto di protesta. Macché, qui è il deserto. Ore 19, manca un'ora alla chiusura dei seggi, via Merlini è buia, con pochissime persone per strada, nella scuola dove si vota il tempo passa molto lentamente, è quasi un referendum clandestino.

ASSENZE
Calcolo rapido, in due seggi hanno votato in 100: praticamente meno di 10 persone all'ora. Scuote la testa Giovanna, 30 anni: «Premetto, io ho fatto il segno sul no nelle due schede. Però è deludente vedere che da noi nessuno viene a votare, che ormai non c'è più partecipazione. In questa città e nei nostri quartieri non c'è solo il degrado che avanza, non ci sono solo i rifiuti per strada. Il peggiore risultato di questi ultimi anni è che ormai non c'è più desiderio di cambiare le cose, c'è rassegnazione». La situazione si trascina così fino alle 20, quando chiudono i seggi. Altro quadrante, quello a nord, sulla Cassia, alla Giustiniana: attorno alle 14 il ritmo di chi entra e chi esce è molto lento. Si vede qualche giovane in più che va a votare, rispetto ad altre zone di Roma, ma comunque anche questo è un Municipio con le affluenze tra le più basse. Intorno, non c'è nulla che spieghi che c'è un referendum in corso: o sei molto informato e vai a votare, o non saprai mai che in linea assai teorica si sta decidendo il futuro della gestione del trasporto pubblico della Capitale d'Italia. Tutto questo spiega anche perché perfino tra i presidenti prevalga il caos: fino all'ultimo si discute se i voti vadano contati anche se non si è raggiunto il quorum. L'autobus del referendum è passato e i romani non se ne sono accorti.
M.E.
 
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