Atac, in tilt i display: i numeri dei bus sui fogli A4

Atac, in tilt i display: i numeri dei bus sui fogli A4
di Laura Bogliolo e Michele Galvani
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 1 Febbraio 2017, 07:42
Se il trasporto pubblico è la fotografia dello stato di salute della città, allora Roma è moribonda. Perché ai bus guasti o che prendono fuoco, ai ritardi atavici, alla pensiline inesistenti o vandalizzate, alle gomme lisce o squarciate, ai portelloni che precipitano, ora si aggiunge un altro caso. Apparentemente meno grave, ma emblematico sotto il profilo della gestione. Alcuni mezzi girano con i numeri scritti su un foglio A4 fissato con nastro adesivo. Abbiamo visto anche fogli scritti con pennarello. Cose da anni Trenta, insomma. Invece siamo nel 2017, l'Atac continua a essere un'azienda con i conti in rosso e la luce in fondo al tunnel è lontana dal vedersi. Il problema in questione è rappresentato dai display interni: alcuni sono fulminati. E al comando dell'autista non rispondono. O peggio. Altri rispondono, danno il numero ma all'esterno l'autobus è spento. Niente numero della corsa, tanto meno tracciato elettronico visibile.

L'EPIDEMIA
Dal centro alla periferia, la morìa di display è sotto gli occhi di tutti. Ed eccoli il 63, il 492, il 990, solo per citare tre linee per le quali gli autisti sono sistematicamente costretti a optare per il foglio piuttosto che il display. E ancora: il 16 (percorso Tuscolana-via XX Settembre), il 310 (Termini-piazza Vescovio), il 910 (piazza Mancini-Termini), il 90 (Serpentara-Termini). Ma la lista è molto lunga. Debiti accumulati negli anni, scarse entrate, fornitori non pagati e la flotta Atac, nonostante i recenti innesti, è ancora zoppicante. I dati del nuovo bilancio Atac usciranno a breve, ma intanto i numeri forniti lo scorso anno segnano il profondo rosso. Il bilancio del 2015 si è chiuso con un passivo di 70 milioni di euro. Ammontavano a oltre 300 milioni i debiti con i fornitori. Dopotutto, a dicembre l'assessore alle Partecipate di Roma Massimo Colomban non poteva far altro che ammettere: «Il 30% dei mezzi andrebbe rottamato e c'è un altro 20% che si rompe costantemente. Servirebbero 400 milioni per adeguare il parco mezzi». Atac venne definita da Colomban «la vera malata della società partecipate».

FONDI E DEBITI
L'età media dei bus è di 10 anni (ma si arriva anche a 17), è di 30 invece quella dei tram. I debiti di Atac sono scesi (nel 2015 ammontavano a 1,5 miliardi, nel 2016 erano 1,3) ma la strada per il risanamento è ancora lunga. Pensiamo poi alle entrate. Secondo gli ultimi dati Codacons «nella Capitale un passeggero su quattro dei mezzi Atac non ha il biglietto e l'evasione raggiunge il 25%». L'ex ad di Atac Marco Rettighieri ad aprile dello scorso anno, dalle colonne del Messaggero, parlando delle «zone grigie» dell'azienda, in relazione all'acquisto di gomme, affermava: «Nel 2013 Atac ha comprato 10mila ricambi. In tutto il 2015 appena mille».

LE OFFICINE
A ottobre, a dare ossigeno alla flotta Atac (circa duemila mezzi), sono arrivati i primi 25 nuovi mezzi della fornitura di 150 bus. L'arrivo tra le strade di Roma dei nuovi bus Urbanway sarà completato entro febbraio. Intanto gli operai delle officine sono sempre più disperati. Renzo Coppini, segretario del Sul del Lazio e di Roma, racconta: «Mancano i pezzi di ricambio nelle officine, non ci sono i componenti elettronici, abbiamo già segnalato la problematica dei display non funzionanti: crea disagi all'autista e all'utenza, non funzionano neanche i display interni collegati alla centrale operativa per il monitoraggio della flotta e della frequenza tra una corsa e l'altra».