Roma, l'assessore ai trasporti Meleo: «Niente allarmismi su Atac, il servizio va avanti»

Roma, l'assessore ai trasporti Meleo: «Niente allarmismi su Atac, il servizio va avanti»
di Lorenzo De Cicco
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Martedì 17 Aprile 2018, 09:49
«Questa vicenda non avrà nessun impatto sul concordato. Il servizio di bus e metro andrà avanti, Atac non fallirà», dice convinta Linda Meleo, l'assessore ai Trasporti della giunta grillina di Virginia Raggi, dopo una girandola di riunioni in Campidoglio per capire come sminare l'ennesima grana piovuta sulla malandata azienda dei trasporti pubblici di Roma.

Assessore, la Motorizzazione della Capitale, per conto del ministero dei Trasporti, ha scritto che per l'Atac è stato avviato il procedimento di revoca della concessione. Restano 60 giorni, come se ne esce?
«Intanto mi faccia dire che continuiamo a parlare col ministero, l'interlocuzione va avanti. È vero, la proroga iniziale di sei mesi è scaduta, ma abbiamo altri due mesi per far sì che l'azienda fornisca tutti i documenti necessari a chiudere la pratica. È una questione burocratica, mi creda».

Dice?
«Sì, sono convinta che la risolveremo. Voglio rassicurare sia i cittadini che i dipendenti dell'Atac: ad oggi non c'è stata la revoca del servizio e non ci sarà nessuna interruzione. Non c'è bisogno di fare allarmismi».

Niente allarmismi, ma come pensate di risolvere il problema? Nessuna banca si è detta disponibile per una fideiussione. Ora le strade potrebbero essere due: una garanzia temporanea del Campidoglio oppure un impegno delle Assicurazioni comunali. Sono strade percorribili?
«Ci sono tante ipotesi al vaglio, le valuteremo tutte quante nei prossimi giorni, insieme ai vertici della società».

In concreto a quali soluzioni pensate, quindi?
«Non voglio anticipare la decisione che verrà presa, perché ancora dobbiamo capire quali siano le opzioni migliori».

Ci dica, secondo lei perché le banche non si sono fidate dell'Atac, schiacciata da un debito miliardario e sotto concordato?
«Io non ho opinioni, ma valuto i fatti. Ora dobbiamo lavorare per superare questa fase, sono convinta che ci riusciremo. Mi limito a questo, opinioni e teorie le lascio ad altri, non è il mio compito».

Che impatto può avere questa situazione di incertezza sul concordato?
«Sono due strade diverse e distinte, che non si incrociano. Un conto è l'interlocuzione con il ministero dei Trasporti, un altro quella con il Tribunale. Il concordato è lo strumento che abbiamo scelto per rilanciare l'azienda e proseguiamo in questa direzione. Mi faccia dire una cosa: questa amministrazione ha deciso di tenere l'Atac pubblica e in mano al Comune. Vogliamo rilanciare i trasporti e risanare l'azienda. Lo abbiamo detto e e lo stiamo facendo passando per tanti atti».

Poche settimane fa però i giudici fallimentari hanno scritto in venti pagine di decreto che il piano industriale va cambiato in diversi punti, che molte perizie erano sbagliate o superficiali. Quali cambiamenti state apportando? Anche in questo caso, c'è tempo fino al 30 maggio.
«Le posso dire che forniremo risposte adeguate e per tempo a tutte le osservazioni che hanno fatto i giudici».

Rifarete le perizie sbagliate?
«I vertici dell'azienda hanno già avviato tutte le attività necessarie».

Uno dei mali storici dell'Atac è l'assenteismo record, quasi il 13%. Perché gli autisti romani si assentano il doppio rispetto a quelli di Milano?
«Per i furbi saranno presi provvedimenti. L'azienda ha attivato una task force che sta facendo tutti i controlli del caso, sia sulle malattie che sui permessi legati alla 104 e sui congedi parentali. Le verifiche andranno avanti, perché chi ha comportamenti sbagliati causa un danno sia ai cittadini che agli altri lavoratori onesti. E questo noi non possiamo permetterlo».
 
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