Atac, la difesa di Broggi: siamo vittime, la politica ha scaricato i trasporti

Roberto Grappelli e Danilo Broggi (Toiati)
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 22 Ottobre 2015, 14:05 - Ultimo aggiornamento: 14:17
Difende l'operato del Cda che ha governato Atac, lancia una frecciatina all'assessore ai Trasporti Esposito («Non faccio personalismi, ma parlare male di Atac ormai è come sparare sulla Croce rossa») e attacca la politica che «ha scaricato l'azienda dei trasporti». È un fiume in piena Danilo Broggi durante la sua «prima e ultima conferenza stampa in qualità di dimissionario», come ci tiene a precisare fin dall'inizio.

«Partiamo dall'incidente che stamattina ha fermato la metro B: le copiose infiltrazioni piovose in quella stazione erano state segnalate con due lettere al Campidoglio, una un anno fa, una di recente. Siamo stati, dunque, oggi vittime e non artefici di questa situazione».



Broggi ha parlato a fondo dei conti di Atac, chiusi con un passivo da 140 milioni nel 2014. «Quando sono stato chiamato dal sindaco Marino e dall'assessore Improta, l'obiettivo era salvare dal fallimento Atac - dice l'ad - Quando sono arrivato nel luglio 2013 l'azienda non aveva soldi per pagare benzina e ricambi. C'erano 450 milioni di debiti verso i fornitori, da quasi due anni questi ultimi non venivano pagati», ha aggiunto. Inoltre, «avevamo 356 milioni di debiti con le banche». «Ho sentito che bisognava farla fallire - ha detto anche - Cosa sarebbe stato dei 13.000 dipendenti e famiglie, come avremmo trattato ad esempio i debiti con i fornitori?». Oggi, secondo il manager, «possiamo serenamente dire che Atac è uscita da una situazione di pericolo legata alla possibilità di un fallimento».



L'amministratore delegato lancia un accusa anche alla politica: «Ci hanno scaricato? Mi sembra un ragionamento corretto. Atac ha crediti nei confronti della Regione per 680 milioni di euro. Sono legati ad oneri del contratto nazionale di lavoro che la Regione non ci paga. La Regione dice che vanno riconosciuti ma "li deve dare il Comune". Ci sono 7 contenziosi aperti con la Regione. Con il Campidoglio invece abbiamo crediti del 1996». E ancora: «Non esiste un Mago Merlino per risolvere le cose, vanno coinvolti tutti i soggetti. Serve una sorta di conferenza dei servizi con Regione e Governo».



L'ad di via Prenestina ha parlato anche della manutenzione scadente: «Abbiamo denunciato più volte, l'ultima con una nota nel gennaio 2015, la necessità di fare investimenti non più rimandabili sulla rete metropolitana per almeno 150 milioni di euro, pena l'impossibilità di non poter erogare in continuità il servizio. C'è una lettera di Roma Metropolitane che stima a 500 milioni di euro gli interventi necessari».
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