Roma, assalti ai bus: a Corcolle è caccia ai neri

Roma, assalti ai bus: a Corcolle è caccia ai neri
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Martedì 23 Settembre 2014, 09:02 - Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 08:54

Un'altra verit sta emergendo dalle indagini. E come spesso accade, la rabbia non nasce dal nulla. Cos accaduto anche a Corcolle. Se da una parte la polizia è sempre più vicina a identificare gli autori dei due episodi di violenza avvenuti alla periferia est di Roma, teatro domenica di un'aggressione a tre immigrati accusati di aver assalito due bus e aggredito le autiste Atac che erano alla guida, dall'altra gli accertamenti sono in corso anche sull'ipotesi che alcuni autisti salterebbero le fermate impedendo così agli immigrati di salire sui bus, costringendoli a camminare per chilometri per tornare nei loro alloggi.

Ipotesi che potrebbe essersi verificata anche sabato sera e che sarebbe stata la molla dell'assalto al bus. I residenti di Corcolle affermano che la convivenza con gli extracomunitari non è mai stata un problema. Anzi, per molti «è una faccenda che qualcuno sta strumentalizzando. E su questa scia la rabbia cieca prende sempre il sopravvento». Però la raccolta firme, già mille, per mandare via gli immigrati, il presidio permanente contro l'arrivo di nuovi che ha il sapore di una ronda, il pestaggio di tre extracomunitari e le bandiere di Forza Nuova che «abbiamo visto tutti alla prima manifestazione», sembrano raccontare uno scenario differente.

Ma Corcolle ha anche un'altra faccia, «quella che non riesce ad apparire sui giornali»: vista dall'alto «è una piccola New York», dicono i suoi residenti. E lì termina la somiglianza. Corcolle è il posto dove sono sempre e solo gli abitanti a intervenire per riparare ciò che si rompe, «perchè qui le istituzioni non ci sono proprio», dice Danilo Proietti, 24 anni e già presidente del Comitato di quartiere, con tanti progetti per la sua zona. «Dopo le 20 qui chiude tutto - spiega - ed è per questo che ci diamo da fare, tra rassegne teatrali, mercato contadino, visite archeologiche. Il riscatto passa attraverso politiche sociali e cultura - dice ancora Danilo, che sembra molto più grande dei suoi anni - Ci tengo a dire che la rabbia, anche se non giustifico in nessun caso la violenza, non nasce da nulla». Danilo racconta anche che col suo comitato era andato a trovare gli immigrati del centro di accoglienza per «dare loro il benvenuto e coinvolgerli nelle nostre attività. Ma non c'è stato il tempo».

E poi c'è la voce del minisindaco Marco Scipioni: «Quegli extracomunitari sono uomini in carne e ossa, non sacchi di patate. La prefettura non può distribuirli così, abbiamo il 50% dei centri di accoglienza di Roma sul nostro territorio, 24 su 48. Il 50% dei rifugiati ospitati a Roma, ovvero circa 2.000 unità, si trova nel VI Municipio - sottolinea. Le istituzioni, nella persona dell'assessore capitolino ai Lavori pubblici Paolo Masini, danno una prima risposta: a Corcolle nascerà una caserma dei carabinieri, c'è già l'accordo. E oggi si è svolto un incontro in prefettura tra forze dell'ordine e rappresentanti Atac sul tema della sicurezza dei trasporti a Corcolle. In tutto questo c'è anche chi, come Manuel, il nome è di fantasia, ospite del centro di accoglienza di via Novafeltria non ha capito perchè in tanti lo hanno picchiato il giorno dopo l'aggressione alla prima autista. Sa solo che se li è visti arrivare addosso, che gridavano e lo colpivano e che a lui non è rimasto altro da fare che correre. Fino a salvarsi. Era arrivato al centro di accoglienza da poco, e dell'aggressione alle autiste non sapeva nulla. Quando è successo, lui e i compagni di viaggio dormivano, racconta un extracomunitario in uno stentato inglese, perchè appena arrivati a Roma. Fuggito dall'Africa, Manuel non ha trovato l'accoglienza che sperava. Ma oggi, nonostante quello che gli è successo, è tranquillo. Il centro dove è ospitato, aperto alcune settimane fa nel quartiere, per scongiurare l'eventualità di nuove aggressione, rimane presidiato. La situazione, secondo fonti investigatori, è diventata meno tesa nel quartiere.

«Domani, e per tre giorni consecutivi, i lavoratori del trasporto pubblico di Roma e del Lazio incontreranno i cittadini a Largo di Torre Argentina per spiegare le ragioni per cui essi stessi subiscono, da utenti, un disservizio». Lo annuncia, in una nota Stefano Monticelli, segretario della Filt Cgil di Roma e del Lazio. «Dopo le aggressioni dei colleghi a Corcolle, a Nettuno e a Tivoli - continua - i lavoratori del trasporto pubblico di Roma e del Lazio vogliono chiarire come cittadini e lavoratori siano vittime di un sistema che non funziona, un problema che la politica e le istituzioni non riescono a risolvere. Insieme a Cisl e Uil, siamo impegnati su due fronti: da una parte, con la Regione Lazio, affrontando il tema dei tagli al trasporto regionale che vede criticità importanti quali quelle di Cotral e del Tpl privato (taglio dei servizi e ritardi, ormai cronici in aziende come Roma Bus, Fonti, Sotram, Mauritius, Trotta, nel pagamento degli stipendi); dall'altra con il Comune di Roma. Abbiamo chiesto all'assessore Guido Improta di specificare nelle linee guida per il risanamento di Atac, inviate all'azienda e ai sindacati lo scorso 5 agosto, come qualunque azione utile al rilancio abbia l'obiettivo - conclude - di costruire un'azienda sana, efficiente e pubblica, capace di vincere la gara, a oggi prevista per il 2019, per l'affidamento del contratto di servizio».

Convinti che gli assalti fossero opera «degli immigrati dei centri di accoglienza», l'latro ieri sera un gruppo di persone della zona ha picchiato tre extracomunitari. Colpevoli solo di scendere da un bus.

«Le istituzioni sono assenti e noi qui i neri non livogliamo», dicono ora i residenti. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha invitato a «mantenere la calma e non rinfocolare sentimenti di intolleranza». Ieri i residenti sono di nuovo scesi in piazza per ribadire a gran voce che «noi gli immigrati non li vogliamo». E la pensa così anche il presidente della circoscrizione, Marco Scipioni, del Pd: «Sono troppi, due settimane fa hanno aperto anche un centro per rifugiati, basta».

Così i residenti come si sono organizzati per ripulire strade e giardini si stanno organizzando per «mandare via gli extracomunitari del centro di accoglienza che portano solo guai». Due giorni da si sono radunati in una manifestazione spontanea in strada dopo quella che definiscono la goccia che ha fatto traboccare il vaso: due aggressioni a due autiste Atac avvenute nella stessa zona nell'arco di 24 ore.

Intanto la Questura ha deciso di intensificare le misure di sicurezza. Per evitare nuovi assalti ai bus e anche la giustizia fai da te. E le forze dell'ordine hanno "consigliato" ai rifugiati del Cara di non uscire dalla struttura. La paura sono le ritorsioni. Il timore delle forze dell'ordine però è che questo fenomeno possa propagarsi ad altre zone, tanto che la sicurezza è stata intensificata anche nelle altre zone dove sorgono altri centri di accoglienza.

Quella di Corcolle può essere la miccia di una polveriera, basti pensare al delitto di Tor Pignattara pochi giorni fa dove un 17enne per uno sputo in faccia ha ucciso a pugni un pachistano ricevendo, l'assassino, la solidarietà di molti cittadini anche sui social.

A Corcolle invece la molla sono stati gli assalti ai bus. La prima aggressione, tre giorni fa, ad una autista, Elisa: la vettura che guidava, linea 042, è stata colpita dai sassi e bottiglie tirati da «una quarantina di extracomunitari» che hanno provocato la rottura di un vetro. Poi insulti e minacce di morte: «facci salire o ti ammazziamo». La seconda aggressione è dell'altro ieri sera: alcuni sassi sono stati lanciati da ignoti contro un bus della linea 508 con alla guida una 27enne.

Appena si è sparsa la voce molti residenti della zona sono scesi in strada e hanno dato vita a una manifestazione contro gli immigrati. E quando hanno visto cinque extracomunitari scendere da un bus li hanno bloccati e ne hanno picchiati tre, poi portati via in ambulanza e medicati per alcune contusioni. Gli altri sono sfuggiti gettandosi in un canale.

Ora la polizia sta indagando per identificare gli aggressori. Ma la tensione è palpabile. «Abbiamo paura che a causa di queste aggressioni tutte ad opera di immigrati, Atac sospenda le linee - dice un gruppo di ragazzi che vive a Corcolle - Qui i neri non li vogliamo: ne sono arrivate a decine ospitati in un centro di accoglienza nella zona. Vadano via». Anche Francesca la pensa così: «Da loro abbiamo solo problemi: furti, aggressioni. Le istituzioni intervengano. Qui la violenza non la vogliamo, vogliamo solo vivere in pace».

Marino ha promesso che incontrerà gli autisti Atac per parlare di sicurezza ma la polemica politica non si fa attendere. Maurizio Gasparri di Fi attacca: «La Roma di Marino sta diventando un incubo infernale». Per l'ex sindaco Gianni Alemanno «è giunta l'ora di dire basta ad ogni forma di buonismo». E Giorgia Meloni (Fdi) annota: «La pazienza è finita».