Roma, l'Appia apre le porte alle catacombe di Vigna Randanini: svelato l'antico tesoro ebraico

Roma, l'Appia apre le porte alle catacombe di Vigna Randanini: svelato l'antico tesoro ebraico
di Laura Larcan
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Martedì 29 Marzo 2016, 15:08 - Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 07:56

L'archeologia ebraica sta per svelare uno dei suoi tesori più preziosi. Molto noto tra cultori, speleologi e addetti alla materia, ma del tutto sconosciuto al grande pubblico perché quasi sempre chiuso. Si tratta delle catacombe di Vigna Randanini, un complesso monumentale di rara forza evocativa incastonato a quasi dieci metri di profondità tra l'Appia Antica e l'Appia Pignatelli, databile tra il II e il IV secolo d.C. Un caso singolare nel panorama culturale di Roma. Le catacombe, infatti, si estendono in una proprietà privata, ma presto apriranno al pubblico con un progetto istituzionale nelle prime domeniche del mese: si parte con l'1 maggio e il 5 giugno. Poi il programma dovrebbe proseguire a settembre e ottobre. C'è voluto un lungo lavoro di concertazione per approdare all'accordo.

L'impulso è arrivato dal Ministero per i Beni culturali e la Soprintendenza archeologica di Roma, con l'idea risoluta di Rita Paris (direttrice dell'Appia Antica) di valorizzare un patrimonio straordinario sospeso in un cortocircuito gestionale. A sostenere in pieno il progetto è stata la Comunità Ebraica di Roma, consapevole dell'importanza di far conoscere questo tesoro. La sua suggestione sta tutta in un corredo di affreschi che rivestono come una seconda pelle le sepolture e i loculi che si aprono lungo una galleria articolata su due livelli. Uno spettacolo, dove spiccano raffigurazioni floreali di raffinata fattura, alternate con insolita vivacità ad animali e figurine. E dove si rincorrono, secondo un ideale leitmotiv, soggetti caratteristici della tradizione ebraica.
 
LA MENORAH
Prima fra tutti, la Menorah, il candelabro a sette bracci che nell'antichità veniva acceso all'interno del Tempio di Gerusalemme. E non solo. Perché a ribadire la cultura ebraica si ritrovano anche i “kokhim”, tipiche tombe cosiddette a forno, che si sviluppano cioè perpendicolarmente alla parete della galleria. Hanno convissuto per secoli, fianco a fianco, a pochi metri di distanza dai cimiteri pagani riconvertiti in catacombe cristiane, nel “mondo dei morti” che giace sotto la via Appia Antica. L'apertura delle catacombe di Vigna Randanini rientra ora in un programma speciale a tema orchestrato dalla Comunità Ebraica in occasione dell'Anno santo della Misericordia: un viaggio culturale e religioso nell'ambito del progetto “Le vie del Giubileo” che sarà presentato oggi dal ministro Dario Franceschini. L'accordo, dunque, c'è, con la “benedizione” del fossore (l'esperto di storia e cura del cimitero). Le visite saranno guidate dal personale di CoopCulture (il concessionario della Soprintendenza).

Il pubblico potrà così scoprire le gallerie sotterranee di Vigna Randanini con la sequenza di “cubicula”: vere e proprie cappelle private di famiglia dove spiccano particolari apparati decorativi lungo le pareti e le coperture a vela.
Coreografie di uccelli, pavoni, colombe, ghirlande e motivi floreali incorniciati con cura e precisione tra linee rosse. Fino ad alte palme da dattero dipinte negli angoli della stanza. Lo stato di conservazione è buono ma, come dicono gli archeologi, «servirebbero restauri specialistici». La ricchezza di questo complesso sta anche in un vasto patrimonio di iscrizioni che puntellano le pareti. Secondo gli studiosi, la storia di queste catacombe è determinante per capire l'intreccio di rapporti tra il papato, una componente non trascurabile dell'aristocrazia romana ed il mondo ebraico. Meta imperdibile in questo Giubileo.

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