Roma, appalti truccati nelle mense: scandalo anche in Cotral

Roma, appalti truccati nelle mense: scandalo anche in Cotral
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 27 Maggio 2016, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 08:58
Lo scandalo dell'appalto milionario per le mense degli autisti bus si allarga al Cotral. Al centro, una commessa da 1,5 milioni di euro appaltata dalla compagnia dei trasporti regionali alla stessa società, il Dopolavoro, a cui è affidato il servizio in Atac. E che ora è finita sotto la lente della Procura di Roma per l'assenza di qualsiasi controllo sul servizio, dalla rendicontazione sul numero di pasti erogati ai dipendenti alle procedure per selezionare i fornitori, tutte in affidamento diretto. Un buco nero che ha convinto il direttore generale della municipalizzata del Campidoglio, Marco Rettighieri, a portare le carte a piazzale Clodio, consegnando tre dossier sugli sprechi della partecipata comunale. La notizia delle indagini, in realtà, avrebbe dovuto restare riservata, ma è diventata di pubblico dominio mercoledì, quando lo stesso Rettighieri ne ha parlato in Commissione Trasporti al Senato, dopo che il senatore Pd Stefano Esposito ha comunicato di avere ricevuto, sugli stessi temi, un dossier anonimo. E la fuga di notizie avrebbe irritato non poco i pm che indagano sugli sprechi di Atac. Uno dei tre fascicoli spediti in Procura mette nel mirino l'appalto da 4,2 milioni di euro l'anno affidato al Dopolavoro, una società che ha come azionisti gli stessi sindacati di Atac e che gestisce il servizio ininterrottamente dal 1974, grazie a un vecchio accordo sindacale che non prevede nessun controllo sulle prestazioni. Ma l'inchiesta è destinata ad allargarsi. Perché il Dopolavoro gestisce anche le mense degli autisti Cotral. Un altro appalto, da 1,5 milioni di euro l'anno. Anche in questo caso, l'azienda non ha nessun riscontro sul numero dei pasti erogati effettivamente ai proprio dipendenti. Il sospetto è che il Dopolavoro non abbia mai adottato procedure aperte per selezionare i propri fornitori. Tutto a trattativa diretta, senza nessun bando.
 
«NESSUNA TRASPARENZA»
Ad scoperchiare il vaso di Pandora è stato Arrigo Giana, l'amministratore delegato chiamato dall'Atm di Milano dal governatore Zingaretti, e che ha avviato un difficile processo di risanamento nell'azienda regionale dei trasporti. Già in una lettera inviata ai sindacati lo scorso 24 novembre, di cui il Messaggero è venuto in possesso, è stato intimato al Dopolavoro di «aderire alle nostre richieste di totale trasparenza e di maggiori controlli, condizione essenziale perché si possa addivenire ad un nuovo accordo economico con la nostra società». Nella stessa lettera, l'ad di Cotral punta il dito contro il malcostume del vecchio dopolavoro di non avere proceduto «alle gare pubbliche che dovreste bandire per l'individuazione dei fornitori e dei soggetti a cui affidare le concessioni», nonostante «la natura stessa della vostra associazione implichi la necessità della massima trasparenza rispetto a qualsiasi iniziativa che abbia dei risvolti economici».

«MANCANO I RENDICONTI»
Anche per questo, già a novembre, i vertici di Cotral hanno chiesto ai sindacati di «dotarsi di organismi di controllo e verifica. Il collegio sindacale poi dovrebbe essere composto da professionisti indipendenti iscritti all'Albo dei revisori. E il Bilancio di esercizio dovrebbe essere sottoposto a revisione a cura dei soggetti abilitati». Prescrizioni ribadite in una seconda missiva di febbraio, in cui l'ad Giana chiedeva ancora «di affidare ad un soggetto terzo iscritto all'albo dei revisori contabili una verifica delle rendicontazioni delle spese sostenute a fronte dei contributi erogati a vario titolo da Cotral». Lettere a cui non è arrivata ancora nessuna risposta. Tanto che Giana ora assicura: «Abbiamo avviato un'indagine interna. Se dovessimo riscontrare irregolarità, siamo pronti a portare tutto in Procura».