L'ha stabilito il giudice monocratico al termine del processo che vedeva l'infermiera a giudizio per omicidio colposo. I periti, infatti, hanno concluso che tra il decesso e il comportamento dell'imputata non ci fosse una relazione evidente: probabilmente, Lucia sarebbe morta lo stesso. Il pm ha comunque chiesto che l'imputata fosse condannata a un anno di reclusione. Ma il giudice, accogliendo la ricostruzione dell'avvocato di parte civile, Alessandro Gentiloni Silveri, ha rimandato gli atti al pm, riaprendo l'indagine con la nuova imputazione. Erano stati i vertici del nosocomio a sporgere denuncia.
IL FATTO
Il 2 ottobre 2011, Lucia è ricoverata nel reparto di oncologia: ha un tumore e soffre d'insufficienza respiratoria. Alle 6,45 ha bisogno di andare al bagno, suona il campanello. Arriva l'infermiera, che l'accompagna ai servizi, ma poi la donna smonta dal turno e dimentica di compilare il registro delle consegne. Lucia resta sola.
E' un addetto alle pulizie a trovarla: accasciata accanto al water, con la testa è appoggiata al muro. Dopo le prime indagini, la procura chiede l'archiviazione, il gup dispone l'imputazione coatta per omicidio colposo. Ora, l'infermiera rischia un nuovo processo per abbandono d'incapace.