Lutto a Fontana di Trevi, scomparsa donna Cecere, la signora del gelato

Lutto a Fontana di Trevi, scomparsa donna Cecere, la signora del gelato
di Valeria Arnaldi
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Mercoledì 14 Dicembre 2016, 11:27 - Ultimo aggiornamento: 20:07
«Una donna con la D maiuscola. Il suo simpaticissimo accento napoletano, i suoi racconti nelle serate estive facevano incantare i clienti dopo una bella coppa di gelato». Sono le parole affettuose di un breve ritratto, appuntato su un foglio affisso dallo staff di un locale vicino sulla serranda della storica gelateria in via del Lavatore, a Fontana di Trevi, a dare la notizia della scomparsa di Antonietta Cecere, 82 anni, volto noto ai frequentatori del centro storico e gli amanti del buon gelato. Non solo a Roma. Si perché per i suoi gusti preparati secondo tradizione (specie lo zabaione), i cultori di cono e coppetta venivano anche da fuori, tanto che la gelateria per molti stranieri era diventata una tappa irrinunciabile dei soggiorni in città.

IL DOLORE
Antonietta si è spenta pochi giorni fa e la serranda della gelateria si è abbassata prima dell'abituale fermo di stagione a sottolinearne la mancanza. «Mamma era piccola piccola ma un gigante», ricordano le figlie Cristina e Ida. «Amava il suo lavoro, diceva sempre: quando sei depresso, vai a lavorare. Rimaneva in gelateria fino alle 2 del mattino. I tassisti lo sanno bene, la sua era l'ultima chiamata dei commercianti di zona». Da sempre. Originaria di Caserta, era arrivata a Roma nel 1956 con la famiglia, che nella Capitale aveva aperto diversi bar. In quello di suo padre, in corso Vittorio Emanuele, proprio l'anno del suo arrivo in città, aveva conosciuto l'uomo che avrebbe sposato, nato ad Alessandria d'Egitto, che a Roma sarebbe dovuto essere solo di passaggio - doveva raggiungere i parenti in Australia - e che invece con lei e per lei si era fermato. Dell'Australia, però, Antonietta parlava spesso, con i clienti, pure noti, che, sin dagli anni Sessanta, affollavano la gelateria.

LA CLIENTELA
Uno dei più affezionati era Marco Pannella, che nel libro «Una libertà felice», scrive della «adorata Antonietta Cecere, una bimba napoletana che ha iniziato a vendere il gelato più buono di Roma, qui vicino, all'incirca quando io ho iniziato a occuparmi di politica». Poi, Sandro Pertini, che nel suo locale ha festeggiato il secondo scudetto della Roma, e Domenico Modugno. Da lei però andavano anche gli invisibili. «Si occupava di molti barboni della zona, aveva sempre un soldino, un piatto di pasta, un gelato, qualche abito smesso». E amava viaggiare. «Quando chiudeva - concludono le figlie si godeva tre mesi all'estero. Prima di morire, progettava di andare in Australia e in India».
 
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