Anagrafe Roma, ancora code e proteste: «Una giornata per ritirare un atto»

Anagrafe Roma, ancora code e proteste: «Una giornata per ritirare un atto»
di Camilla Mozzetti
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Martedì 9 Ottobre 2018, 09:04
C'è chi prova a sdrammatizzare, abituato per indole a non farsi scalfire dai problemi: «Di solito i giorni di ferie si prendono per andare al mare o per divertirsi e invece io sto qui in attesa di ritirare una cartella esattoriale, pazzesco no?». Sonia R., alza le spalle e sorride (amaramente) prima di tornare con gli occhi alle pagine dell'ultimo romanzo di Javier Marías, Berta Isla. La sua fortuna è quella di aver trovato una sedia libera per aspettare in comodità il suo turno tra i lunghi corridoi (un po' ingialliti) di via Luigi Petroselli 50, alla Casa comunale di Roma, dove da giorni regna il caos.

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Altri, invece, stringono talmente forte l'avviso di notifica tra le mani che quasi lo strappano: «È una condizione da terzo mondo, solo a Roma succedono queste cose», sbotta Vittorio Tosti. «Sì, ma faccia attenzione gli risponde un altro utente che se lo stringe più forte quando arriva in cassa quella notifica sarà distrutta».
I lamenti e le proteste verbali sono talmente tanti che si percepiscono nettamente all'ingresso del grande palazzo di Roma Capitale dove ha sede anche l'anagrafe centrale e dove passano, perché così ha deciso la legge, tutte le multe, gli atti giudiziari, le cartelle delle tasse che devono ritirare tanto i cittadini che abitano a pochi metri tanto coloro i quali sono costretti ad attraversare la città da Ostia alla Borghesiana perché il servizio non è trasferibile alle varie sedi dei Municipi.

I RITARDI
Che succede? Da settimane il sistema di consegna delle cartelle esattoriali e delle contravvenzioni è letteralmente imploso, complice la mole di atti accatastati sugli scaffali degli uffici che non riescono a essere consegnati con celerità a causa dell'esiguo numero di dipendenti in servizio. Ieri lo scenario era drammatico: a mezzogiorno la fila arrivava all'ingresso. «Va avanti così da luglio confida un dipendente ma solo in questi giorni si stanno registrando le code più lunghe». Le ragioni? Molteplici. Prima della pausa estiva alla Casa Comunale sono stati depositati circa 1.500 atti al giorno anche in ragione del fatto che le consegne domiciliari sembrano non essere andate a buon fine. Su questo alcuni utenti in fila ci tengono a precisare: «Sono amministratore di un condominio spiega Vittorio S. Ho l'ufficio su strada e ci sono praticamente tutto il giorno, la notifica me la sono ritrovata in cassetta perché nessuno ha mai bussato alla porta».

Poi c'è il carico di cartelle comunque inviate che solo a fine luglio sono arrivate a 90 mila e a settembre con la scadenza per le rottamazioni delle cartelle Equitalia del 2016 e 2017 il sistema è letteralmente collassato. Sempre il dipendente della Casa comunale aggiunge: «Viaggiamo su circa 2.500 pratiche al giorno che alla settimana superano le 12 mila unità, in tutto siamo 14 impiegati, poi c'è una figura apicale e solo un dipendente inquadrato nella categoria B che fa la spola con l'archivio per prendere le pratiche». Sempre che si riescano a trovare. «Purtroppo abbiamo un sistema informatico vetusto per reperire il cartaceo conclude il dipendente e quindi ci vuole più tempo». A condire il tutto, la penuria vera e propria di sportelli aperti al pubblico: 4 in tutto che in questi giorni di emergenza sono arrivati a 5. «Oggi discuteremo questo problema in Campidoglio spiega Marco Emilia della Cgil è impossibile ipotizzare uno sciopero perché ricadrebbe sui cittadini ma l'amministrazione deve potenziare il servizio». Come del resto era già accaduto in passato.

Ma succede anche altro, in questo caso a chi è alla ricerca di un certificato. Un cittadino che da mesi aveva prenotato un appuntamento all'ufficio anagrafico di via Riano, distaccamento del XV Municipio, zona Ponte Milvio, e scopre pochi giorni prima della fatidica data che l'ufficio è chiuso per sempre. «Tutti gli appuntamenti prenotati con il sistema TUPASSI dice la comunicazione via e-mail sono stati spostati all'ufficio di La Storta, stesso giorno stessa ora». Ma a venti chilometri di distanza.
 
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