Roma, per l'Anac il bando dei nidi era irregolare ma un anno dopo la giunta lo ripresenta

Roma, per l'Anac il bando dei nidi era irregolare ma un anno dopo la giunta lo ripresenta
di Camilla Mozzetti
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Martedì 3 Ottobre 2017, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 17:11
Le modifiche sono talmente residuali che la sostanza non cambia: il bando per l'affidamento in concessione a terzi della gestione di sette asili nido di proprietà di Roma Capitale, pubblicato lo scorso luglio dal dipartimento Servizi scolastici, rischia di essere ritirato. Il motivo? Palazzo Senatorio ha proposto un avviso che pare ricalcare la precedente determina del 2016 sulla quale l'Anac aveva espresso delle perplessità e che, per questo motivo, era stata poi annullata dall'amministrazione di Virginia Raggi. Andiamo con ordine: il Campidoglio il 10 luglio scorso pubblica la nuova procedura aperta per l'affidamento in concessione di 7 strutture destinata alla prima infanzia: largo Amalia Camboni (IX Municipio), via di Valcannuta 237 (XIII Municipio), via Flora 10 (IV Municipio), via di San Basilide 19 (XIV Municipio), largo Rotello 1 (VI Municipio), via Ildebrando Vivanti (IX Municipio) e via dei Colli Portuensi 656.

IL NODO
Queste strutture dovevano essere riassegnate fino al 2020. Il problema però, che viene denunciato dai consiglieri di Fratelli d'Italia, Maurizio Politi e Francesco Figliomeni, è che «il bando è lo stesso di quello su cui l'Anac aveva espresso parere contrario». In sostanza, si ripete l'errore. In particolare è l'accusa mossa dai banchi dell'opposizione l'avviso per come è stato redatto assomiglia più a un appalto che a una concessione dal momento che l'amministrazione ha predeterminato ogni aspetto della gestione dei nidi, a partire dalla scelta di Roma Capitale degli utenti fino alla frequenza, senza che il concessionario possa in alcun modo interferire. Situazioni queste già evidenziate nel bando precedente sul quale l'Anac aveva puntualizzato che il contratto doveva inserirsi nell'ambito dell'appalto dei servizi, figurando come tale, e non in quello delle concessioni.

CRITERI SBAGLIATI
Tra l'altro «la suddivisione del piano economico finanziario per la gestione del servizio è stata quantificata tout court in 570 euro, di cui 190,70 euro a carico delle famiglie aggiunge Politi senza che l'amministrazione abbia acclarato se in tutti i territori sussistano le stesse condizioni economiche». Tanto per capirci: per il nido di largo Rotello la quota spesa dalle famiglie nel 2016 è stata di 113 euro mentre la stessa spesa per lo stesso anno a largo Camboni ammontava a 235 euro. In parole povere, con questo schema ci sarà chi ne guadagnerà e chi invece ne sarà penalizzato «tutto questo conclude Politi a scapito degli utenti dei nidi più periferici». Per ora le strutture sono aperte e a lavorarci sono i precedenti gestori a cui è stata concessa una proroga fino a luglio 2018. All'assessorato alla Scuola di Laura Baldassarre c'è imbarazzo, mentre la presidente grillina della Commissione Scuola, Maria Teresa Zotta, è pronta a convocare un incontro ad hoc con l'assessora. «Arrivano costanti richieste spiega la Zotta è doveroso far chiarezza nell'interesse delle famiglie e degli imprenditori».