Roma, amianto sugli elicotteri della Finanza:
piloti ammalati. Indaga la Procura

Roma, amianto sugli elicotteri della Finanza: piloti ammalati. Indaga la Procura
di Michele Galvani
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Lunedì 30 Novembre 2015, 09:35 - Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 10:26
Hanno lavorato sugli elicotteri e negli hangar, per anni. A contatto con l'amianto. Senza essere informati dei rischi che stavano correndo per la loro salute e per quella delle loro famiglie. Senza specifiche precauzioni. Tanto che «dagli accertamenti sanitari è emerso che alcuni militari hanno riportato dei danni alla salute presumibilmente da esposizione all'amianto e per cui i medesimi sono sottoposti a esami clinici e opportune terapie». Venti elicotteristi - in servizio o in congedo - della Guardia di Finanza, di base presso la caserma di Pratica di Mare, hanno presentato un esposto alla Procura di Torino - al pm Raffaele Guariniello - per «esposizione non segnalata all'amianto contenuto nei componenti e parti meccaniche di alcuni elicotteri in dotazione al corpo». La richiesta di chi ha fatto denuncia tramite l'avvocato Carla Delle Fave (Foggia) è semplice: la Procura indaghi e disponga «gli opportuni accertamenti, valutando gli eventuali profili di illiceità penale e nel caso individuare i possibili responsabili e procedere nei loro confronti». Il loro timore è che le fibre di amianto siano «comunque dannose all'organismo umano, anche prima che insorga l'eventuale patologia tumorale - patologia che può insorgere anche a distanza di anni - poiché è un cancerogeno completo». I primi segnali risalgono a due anni fa circa. Alcuni addetti alla manutenzione vengono a sapere che la società Agusta nel 2013 ha provveduto a comunicare «al Comando Generale della GdF, su richiesta dello stesso, la presenza di particolari di componentistiche contenenti amianto nei velivoli di propria costruzione: si tratta dei modelli CH109 - HH412 e dell'elicottero serie NH500».

LE FAMIGLIE
Gli accertamenti arrivano dal comando del Centro di aviazione di Pomezia con le misurazioni della Asl di Viterbo. Gli elicotteristi affermano che «fino al 2013» non hanno «mai avuto notizia diretta o indiretta» e non hanno «mai assistito a controlli mirati a riscontrare la presenza di amianto». E così «gli istanti hanno esposto alle pericolosissime fibre di amianto anche i componenti della propria famiglia, alcuni con figli molto piccoli, perché quando terminavano il turno di lavoro, rientravano nelle proprie abitazioni con abiti da lavoro, che venivano poi lavati in casa». Dal 2013 però, il comando della Finanza «ha affrontato e sta gestendo tale pericolosa e urgente situazione, al fine di preservare e tutelare la salute dei lavoratori».
IL CASO

In questo filone, spicca il rinvio a giudizio da parte della Procura militare di Napoli (il 17 dicembre ci sarà udienza), per un sottufficiale di base a Capodichino, tecnico di elicotteri. L'uomo è accusato di «sabotaggio di opere militari aggravato perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, il 15 gennaio 2014 avvicinava ad uno dei filtri rilevatori di eventuali fibre di amianto, ivi installato, un barattolo dal contenuto ignoto». Sarebbe volontariamente entrato in contatto con l'amianto per ottenere benefici pensionistici. Ma per l'avvocato difensore Massimiliano Strampelli, supportato da perizie tecniche, ci sarebbero «tagli alle registrazioni delle videocamere che hanno ripreso l'elicotterista, mancano i testimoni e il corpo del reato. Scientificamente è impossibile».