Ama ai privati, possibile cordata tedesca. Marino: «Non è un'eresia»

Ama ai privati, possibile cordata tedesca. Marino: «Non è un'eresia»
di Mauro Evangelisti
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Domenica 20 Settembre 2015, 06:27 - Ultimo aggiornamento: 14:45

«I privati? Non sono un'eresia» diceva ieri Marino parlando di Ama. L'azienda tra un anno potrebbe parlare, in parte (minoritaria), francese o tedesco. O magari semplicemente unire la cadenza romana all'accento emiliano-romagnolo.

Ecco, quando il sindaco Marino venerdì ha parlato di «partner industriale», ha spalancato la porta su uno scenario che potrebbe muovere centinaia di milioni di euro e planare sul risiko delle multiutility e delle multinazionali del settore rifiuti.

È una corsa parallela (e perfino più importante) a quella della possibile esternalizzazione, tra sei mesi, del sevizio di pulizia delle strade.

La vera ciccia non sta nello spazzamento: Ama incassa 715 milioni annui per la gestione dei rifiuti, la quota che riguarda la pulizia è appena il 15 per cento. Il resto è raccolta e smaltimento, è trattamento e realizzazione degli impianti.

IL PIANO

Se volete chiamatelo piano segreto, il dossier sul tavolo del sindaco che metterà sul mercato una fetta di Ama. I manager dell'azienda hanno sei mesi per definirlo nel dettaglio. Da venerdì, da quando la giunta ha votato la delibera che assegna per altri quindici anni la gestione del ciclo dei rifiuti, Ama - una spa al cento per cento del Comune - si ritrova con la certezza di incassare da qui al 2030 una montagna di soldi: 11 miliardi di euro, visto che il contratto di servizio prevede 715 milioni all'anno. «Se aggiungiamo il fatto che l'Ama può contare su un patrimonio di 1.800.000 tonnellate di spazzatura all'anno (e i rifiuti sono una risorsa preziosa) e sul prestigio di operare su una piazza come Roma, non sarà per nulla complicato trovare un partner industriale, ci sarà la fila», confida un esperto del settore.

Tutti hanno concentrato l'attenzione sull'esternalizzazione dello spazzamento, ma la vera grande manovra riguarda l'ingresso di un privato (o di una multiutility del nord) come socio. Due i possibili scenari: il partner, che sarà scelto con una gara pubblica, entra al 40 per cento nel capitale di Ama; seconda opzione, si crea una newco, una nuova compagnia di cui fanno parte Ama (sempre con la maggioranza) e il partner. Perché è importante trovare un compagno di viaggio? Perché l'azienda è attesa da ingenti investimenti sul fronte impiantistico e un alleato con le spalle pesanti (e un know-how forte) sarebbe molto utile.

Chi conosce il settore, assicura che l'alleanza con Ama potrebbe avere numerosi pretendenti: multiutility come Hera (Emilia-Romagna) che ha già rapporti con Ama per il trasporto dei rifiuti al nord o Iren (Genova, Parma, Piacenza e Torino), ma anche gruppi privati; in molti guardano a colossi francesi e tedeschi. E il versante della privatizzazione della pulizia delle strade che spaventa i sindacati? Marino conferma che si decide tra sei mesi, dopo che sarà svolto un monitoraggio della qualità del servizio di Ama. Come funzionerà?

Una società esterna vigilerà su strade prese a campione (sconosciute ad Ama), farà foto e video e stilerà un report. Saranno svolti sondaggi tra i cittadini, ascoltando i municipi e le associazioni. Dove Ama risulterà insufficiente, l'azienda farà la gara per esternalizzare. Quanto varrebbe l'appalto? Per ogni municipio circa 6-7 milioni di euro. Marino: «Roma non è una città pulita». Sel avverte: non voteremo la delibera che martedì arriverà in consiglio comunale.