L'ISTRUTTORIA
Ma ripartiamo dai dati diffusi ieri da Roma Capitale. La task force che sta esplorando la galassia fuori controllo delle case del Comune, ha cominciato il suo lavoro concentrandosi su un primo lotto di 574 abitazioni, in centro storico, spesso in zone di prestigio, a volte affittate per 7,5 euro al mese. Di queste 574, quelle che rientrano nella classificazione di Erp, vale a dire quelle che erano destinate a cittadini in stato di bisogno, sono circa 300. Bene, spiegano dallo staff del commissario straordinario Francesco Paolo Tronca: «Nella metà dei casi è in corso la verifica della documentazione prodotta per disporre l'eventuale decadenza: decreti di rilascio mai eseguiti, procedure pregresse non concluse, assenza di contratto o titoli di ingresso risalenti agli anni '80, redditi di gran lunga superiori ai massimi previsti (anche oltre i 250.000 euro) o possesso di proprietà immobiliari. Poco più di un terzo delle posizioni risultano regolarmente contrattualizzate, ma sono in corso le ricognizioni su eventuali morosità».
Cosa significa? Semplicemente le irregolarità più significative riguardano i redditi degli inquilini, che non sono mai stati controllati, e che sono a volte decisamente più alti di quelli che dovrebbero dare diritto a una casa popolare. Addirittura c'è chi vive nelle case popolari del Comune, ma è proprietario di altri immobili. In altri casi il decreto di rilascio era stato firmato, cioè l'irregolarità era stata accertata e quindi l'inquilino doveva andarsene, ma poi il Campidoglio era rimasto a guardare, senza intervenire. Perché è importante fare pulizia? Perché in questo modo si può aiutare chi ha realmente bisogno. Dicono in Campidoglio: «La riassegnazione delle abitazioni interesserà gli aventi diritto inseriti nelle graduatorie del 2000 e del 2012». Già 52 alloggi sono stati riaffidati.