Mafia a Roma, Alemanno: «Ho sbagliato nella scelta della squadra»

Gianni Alemanno
di Claudio Marincola
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Giovedì 4 Dicembre 2014, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 08:25
«Sicuramente ho sbagliato a sottovalutare la componente umana, non ho dato la giusta attenzione alla scelta della squadra mentre mi sono concentrato sulle esigenze della città». Gianni Alemanno va in tv a fare autocritica. E mentre dice questo e ammette i suoi errori aggiunge anche che «se le accuse sono vere vuol dire che sono stato tradito». Lo fa parlandone, a sorpresa, nel salotto televisivo di Bruno Vespa, a “Porta a Porta”. Una controffensiva mediatica in grande stile e in seconda serata.



NESSUNA CUPOLA

La cupola? «Se c'era non era fascista, ma andava da destra a sinistra, la storia della destra romana non può essere assimilata a Carminati, ci sono tantissimi giovani che hanno vissuto percorsi di legalità e non meritano di essere sporcati da questa vicenda». A chiamarlo in causa sono le intercettazioni. Carminati che parlando al cellulare con Angelo Maria Monaco critica l'ex sindaco di Roma per aver annunciato la sua decisione di volersi costituire parte civile nel processo contro Riccardo Mancini, l'ad di Eur Spa che avrebbe svolto «un ruolo centrale e delicatissimo» nelle campagne elettorali di Alemanno.



Negli stralci si legge «..ma Mancini è un uomo tuo...ma che sia una me... o non lo sia ...ma quello è uomo tuo...tu non ti puoi comporta' così».

Sia Mancini che Carminati in gioventù appartenevano a gruppi eversivi di destra anche se l'ex sindaco giura di «non aver mai conosciuto il Nero». Grazie ad un vorticoso giro di finanziamenti Alemanno avrebbe ricevuto finanziamenti per la sua fondazione con la loro complicità. Cose che Alemanno nega: «Non accetto che la mia amministrazione venga identificata con questo problema», ha detto ancora l'ex primo cittadino - il contatto principale tra questa realtà e il Comune non era Carminati, ma Buzzi, principale rappresentante della Lega delle cooperative a Roma, è stato cresciuto dalla sinistra e ha raggiunto a massima espansione con le giunte di centrosinistra».



FINANZIAMENTI REGOLARI

In quanto ai soldi che avrebbe incassato ammette, «Il contributo di Salvatore Buzzi alla mia fondazione è stato di 75.000 euro, tutti dichiarati e tracciati», Per inciso Buzzi è il fondatore della Cooperativa 29 Giugno nata 30 anni fa e formata per lo più da ex detenuti, si occupa del reinserimento nella società degli ex carcerati partecipando agli appalti per la cura di verde e per la pulizia. Ad ogni nuovo appalto si ripete il rito. Le attese dinanzi alle porte dei politici e in molti casi, in assenza di risposte, le manifestazioni in Campidoglio con le foto che finiscono sui giornali. Le ultime «vertenze» con l'amministrazione si erano chiuse bene se nel giugno scorso, nella ricorrenza del trentennale il capo della 29 Giugno si complimenta e annuncia ai soci: «Faremo i fuochi d'artificio».



LA POSIZIONE

Alemanno ha rassegnato le dimissioni da tutti gli incarichi autosospendendosi da Fratelli d'Italia, «fino a quando la mia posizione non sarà pienamente e positivamente chiarita». E proprio sul suo rapporto con i giudici e sulle infiltrazioni mafiose l'ex sindaco si sofferma quando dice di aver chiesto più volte alle autorità statali, prefetto, questore e procuratore, se c'era un problema di questo tipo. «Fino all'arrivo di Pignatone mi è stato detto che la mafia a Roma non c'è. Quando lui è arrivato mi ha detto ”Non so, dovrò approfondire”, poi dopo 3 anni è arrivata l'inchiesta». È sempre più difficile, poi, non accostare Alemanno alla figura di Franco Panzironi, ex manager Ama, già finito nell'occhio del ciclone per la parentopoli che coinvolse la municipalizzata. Panzironi a libro paga di un'organizzazione mafiosa? «Stento tuttora a crederlo, ho chiesto più volte se c'erano contatti strani, mi è sempre stato negato»



SE TI SERVE VAI DA LUI

Nelle intercettazioni si parla dell'ex sindaco con molta familiarità. Se non un vero e proprio amico, quasi. «Quando te serve una cosa vai da lui, non è che lui viene da te... domenica il sindaco stava a pranzo a casa sua... cioè quando te serve una cosa vai da lui», ripetono, ad esempio, al cellulare Luzzi e Gaglianone millatando conoscenze nel mondo politico. E sembra quasi di vederli mentre si danno di gomito. Panzironi, con i pm, ha respinto tutte le accuse.