Nato a Roma il 22 dicembre 1925 Mieli fu prima cacciato dalle scuole a causa delle leggi razziali e poi, non ancora ventenne, fu catturato dai fascisti e dalla gestapo e deportato ad Auschwitz dopo essere passato per il campo di Fossoli. Tra i testimoni più attivi nel raccontare la Shoah in Italia, Mieli nel 2015 ottenne la laurea "honoris causa" in Filologia, letteratura e storia dall'università di Foggia.
«La Comunità ebraica di Roma piange un grande uomo. Pur soffrendo terribilmente, è stato capace di essere guida e riferimento per i più giovani dedicando la sua vita a tramandare la memoria a testimoniare gli orrori della Shoah senza perdere l’ironia e il sorriso. Ci stringiamo intorno alla sua famiglia in questo momento di grande dolore», le parole della presidente della Comunità, Ruth Dureghello.
A stringersi intorno al dolore della famiglia e a quello di un'intera comunità, anche il sindaco di Roma Virginia Raggi e il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti. «Uno dei testimoni più attivi» ricorda la sindaca «punto di riferimento - aggiunge il presidente della regione Lazio - per tanti studenti nel tramandare il valore della memoria».
In suo ricordo il presidente dell'Assemblea Capitolina, Marcello De Vito, ha annunciato un minuto di silenzio giovedì 31 maggio in vista del prossimo consiglio d'aula.
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