Agguato di Primavalle, il personal trainer lotta con la morte: si batte la pista della vendetta

Agguato di Primavalle, il personal trainer lotta con la morte: si batte la pista della vendetta
di Marco De Risi
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Martedì 27 Maggio 2014, 21:45 - Ultimo aggiornamento: 21:51
Cambia lo scenario del tentato omicidio del personal trainer Gianluca Alleva, 35, anni, ferito a colpi di calibro 38 la notte tra sabato e domenica, sotto casa, in via Cogoleto, tra Primavalle e la Pineta Sacchetti. La pista passionale tramonta mentre prende piede quella della criminalità senza scrupoli della zona. L’istruttore è ricoverato in condizioni disperate al policlinico Gemelli: in due giorni è stato operato quattro volte, l’ultimo intervento si è reso indispensabile per bloccare un’emorragia all’esofago. Il killer, all’una e trenta di notte, ha fatto fuoco da distanza ravvicinata con una pistola a tamburo di grosso calibro colpendo il personal trainer ad un fianco ad un braccio e una gamba.



Se la vittima è riuscita a sopravvivere all’agguato è perchè ha lottato con il killer. Ad indicarlo ci sono i segni di colluttazione sotto il porticato dove è avvenuta la sparatoria: alcune piante sradicate dentro dei vasi. Non solo, un colpo di pistola ha staccato di netto un dito del personal trainer che, quindi, molto probabilmente, ha cercato di afferrare la canna del revolver e di abbassare la traiettoria dei colpi. Sono gli agenti della sezione omicidi della Mobile ad indagare sull’agguato. Gianluca Alleva, secondo gli investigatori, avrebbe precedenti per rapina e, dalle prime testimonianze, avrebbe un carattere difficile che in alcune occasioni l’ha portato a comportamenti violenti.



E’ probabile che avesse un appuntamento notturno con chi ha cercato di ucciderlo. I due prima hanno parlato, poi sono venuti alle mani e, infine, il contendente ha estratto la pistola e ha fatto fuoco. Gli investigatori stanno monitorando la criminalità di Primavalle che già in un recente passato si è resa responsabile di omicidi ancora rimasti irrisolti e anche di gambizzazioni. Rimane ancora da chiarire il movente. Del resto il ferito non è in condizioni di parlare e non c’è nessun testimone oculare.



Una vendetta per un debito maturato negli interessi criminali della zona? Qualche regola non rispettata nel mondo della malavita? Per ora solo supposizioni per un’inchiesta che, almeno per ora, sembra lontana da una soluzione.
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