La riduzione di oggi in appello è motivata con riconoscimento dell'attenuante della minima partecipazione al reato come prevalente sulla recidiva e con la conferma delle attenuanti generiche già riconosciute. Era il 2 ottobre 2015 quando, intorno alle 20.30, personale del Commissariato Celio si recò in via delle Cave Ardeatine dov'era stata segnalata un'aggressione. Sul posto, trovarono due persone in terra: Krishan Kumar, in stato di semi incoscienza e con una fuoriuscita di sangue dalla testa; Smochina, invece, lamentarsi di un dolore alla gamba. Ricoverati entrambi in ospedale, Kumar dopo circa due mesi morì a causa delle ferite riportate.
Dagli accertamenti emerse che era stato spintonato violentemente a terra e poi colpito con calci e pugni in varie parti del corpo e alla testa.
Le indagini, oltre che di prove testimoniali, si avvalsero dei filmati registrati da alcune telecamere, da quali si vedeva Krumar inseguito da due persone (una delle quali rimaste sconosciute) entrare in un chiosco-bar per ripararsi dietro il bancone. Uscito fuori per tentare di fuggire, si percepivano le minacce e si vedeva la violenta aggressione. Sulla base del materiale raccolto, la Corte d'assise escluse la volontà omicidiaria, addivenendo all'ipotesi di reato di omicidio preterintenzionale, con condanna di Smochina a 12 anni di reclusione. Oggi, la riduzione della condanna in appello.
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