Acqua all'arsenico a Roma nord, altolà della Asl: «Stop alle docce, provocano infezioni»

Acqua all'arsenico a Roma nord, altolà della Asl: «Stop alle docce, provocano infezioni»
di Lorenzo De Cicco
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Giovedì 13 Marzo 2014, 09:40 - Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 14:15

Stop alle docce con l'acqua all'arsenico, altrimenti si rischia un'infezione. Dalla Asl Roma E arriva un appello ai cittadini di Roma Nord che, nonostante i divieti, da due settimane continuano a utilizzare, per lavarsi, l'acqua regionale inquinata proveniente dall'impianto dell'Arsial, il carrozzone pubblico della Regione Lazio.

La maggior parte dei residenti si rifornisce nei sette serbatoi installati nella zona, ma solo per bere. Per l'igiene personale si continua a utilizzare l'acqua all’arsenico fuorilegge. Nonostante i pericoli accertati dai controlli. Per questo le autorità sanitarie mettono in guardia: «Anche per operazioni di pulizia personale è altamente sconsigliato utilizzare l'acqua nelle zone oggetto dell'ordinanza», ammonisce Daniele Gamberale, direttore del dipartimento prevenzione della Asl Roma E.

CITTADINI ESASPERATI

In questi giorni molti cittadini, esasperati dall'assenza di acqua potabile in casa, hanno deciso di violare l'ordinanza che proibisce di utilizzare l'acqua per «il consumo umano». L'assenza di soluzioni, al di là di sette serbatoi idrici disseminati tra Tragliatella, Malborghetto e Piansaccoccia, ha costretto molti cittadini a sfidare la pericolosità accertata della sostanza. «Non ci sono alternative - attacca Achille Giachetti, residente in via Angelo Signorelli - abbiamo dovuto trasgredire il divieto del Comune. Per bere andiamo ai serbatoi oppure compriamo le bottiglie al supermercato. Ma per lavarci siamo obbligati a utilizzare quello che esce dai rubinetti delle docce. Non è pensabile andare avanti senza lavarsi per dieci mesi, anche se conosciamo i rischi per la salute». «Quasi tutti da queste parti fanno così - dice Franco Beccaceci, che abita a via della Riserva Carbuccetto - Sappiamo che è pericoloso ma è una scelta obbligata, non possiamo non lavarci più». Anche una doccia però, spiegano dal dipartimento Prevenzione della Asl, «rischia di essere pericolosa dato che potrebbe causare infezioni della pelle».

I DIVIETI

Nel caso dell'acqua proveniente dagli acquedotti regionali gestiti dall'Arsial, si legge in una nota della Asl, la situazione è «più complicata» rispetto all'emergenza arsenico che ha colpito altre zone del Lazio, come la provincia di Viterbo. Perché le analisi hanno registrato, oltre all'arsenico, anche «la presenza di inquinanti biologici», per cui l'ordinanza del sindaco ha imposto all'Arsial «l'immediata eliminazione dell'inquinamento batteriologico». Per questo motivo permangono ulteriori restrizioni fino alla risoluzione di questo aspetto». Fino a quando non verrà messo un freno alla contaminazione batteriologica quindi, spiega Gamberale, i rischi rimangono. «Ci sono microrganismi patogeni che non devono stare nell'acqua e che sono potenzialmente dannosi per la pelle». Il divieto quindi va inteso non solo per le «pratiche di igiene personale che comportino ingestione anche limitata di acqua», come lavarsi i denti. Ma anche per le docce, fino a quando non saranno attuati «i provvedimenti dell'Arsial per l'eliminazione dell'inquinamento batteriologico».

I PERICOLI

Anche se i rischi principali per l'arsenico arrivano dall'ingestione dell'acqua inquinata, come spiega il professor Luigi Naldi presidente del Centro studi del Gised (Gruppo italiano studi epidemiologici in Dermatologia) «lavarsi per molto tempo con acqua ad alto tasso di arsenico può provocare dermatiti irritative. Ovviamente una massiccia presenza di questa sostanza nell'acqua della doccia può rappresentare sicuramente un danno per chi poi è già affetto da specifiche patologie cutanee».

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