Roma, a un mese dalla neve cortili ancora chiusi in metà delle scuole

Il giardino chiuso dell'asilo Villa Chigi
di Camilla Mozzetti
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Domenica 18 Marzo 2018, 11:05 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 08:15
Il giardino si può vedere soltanto dalla finestra, la ricreazione si passa in classe: restano off-limits i cortili e le aree esterne alberate delle scuole romane, dopo l'ondata di maltempo e la neve caduta lo scorso 26 febbraio, che ha piegato e fatto cadere decine di rami di platani e pini e altrettanti pezzi di cornicioni da molti edifici scolastici. Il Campidoglio non ha ancora ultimato le verifiche e le rimozioni necessarie e, pertanto, la black-list delle scuole con aree esterne ancora impraticabili è da capogiro: si contano all'incirca 500 plessi sui 1.456 gestiti direttamente da Roma Capitale in cui bambini delle scuole materne, elementari e medie sono costretti a restare in classe durante la ricreazione o nell'ora di educazione fisica. In sostanza, i cortili sono pericolosi. E a ragione. Dal Centro alla periferia svariati sono i casi in cui nei giardini sono caduti i rami dagli alberi e molte sono le situazioni con alberature ancora pericolanti e rami che potrebbero crollare da un momento all'altro.

Così, nei giardini è un trionfo di strisce bianche e rosse o gialle (della polizia municipale) che recintano intere aree verdi o zone ludiche. Era il 27 febbraio, quando la dirigente del dipartimento Ambiente, Rosalba Matassa, firmava la circolare inviata poi ai Municipi, agli assessori Montanari (Ambiente) e Baldassarre (scuola) invitando le scuole a non usare le aree esterne. Dopo quasi venti giorni, lo scorso 15 marzo («con un ritardo inspiegabile», commenta la consigliera Pd, Valeria Baglio) è arrivata una parziale revoca al provvedimento: sempre il dipartimento Ambiente ha informato i Municipi della possibile riapertura dei cortili dove non ci sono alberature e dunque spazi non pericolosi. Tuttavia, il provvedimento è servito a poco, dal momento che le verifiche e le rimozioni sono lontane dall'essere ultimate nei cortili alberati.

Il 50% delle scuole del Campidoglio restano in balia di se stesse: in IV Municipio (zona Tiburtino Colli Aniene) si contano ancora problemi all'Istituto comprensivo Giovanni Falcone per rami caduti e non rimossi. Lo stesso accade al plesso di piazza Gola e alla scuola elementare Ciamician di Rebibbia. «Gli uffici tecnici spiega la consigliera Pd, Annarita Leobruni hanno compiuto i sopralluoghi ma ci hanno detto che fino a quando il Comune non rimuoverà i rami caduti non possono fare nulla». Lo scenario non cambia neanche in Centro (problemi alla scuola Pistelli) e in II Municipio, dove l'assessore alla Scuola, Emanuele Gisci, sollecita da giorni palazzo Senatorio per svariati interventi. «Le scuole ancora in queste condizioni sono moltissime e i bambini sono costretti a restare in classe». Si va dal plesso di via Micheli, dove sul tetto della scuola restano da togliere ancora svariati rami crollati, agli asili nido villa Chigi di via Piccinini, Joan Mirò di via Boito, fino all'Ic Alfieri Lante della Rovere. Ancora: in III Municipio all'Istituto Carlo Levi di largo San Giusto «i genitori protestano da giorni spiega Manuel Bartolomeo del comitato di quartiere Talenti ci sono rami pericolanti, il giardino è interdetto solo con un nastro dei vigili». Le emergenze si allargano, infine, in V e X Municipio. A risentire della situazione, anche le associazioni sportive che nel pomeriggio sfruttano gli spazi esterni per le attività, mentre i presidi sono costernati. «Preso atto della circolare del dipartimento del 26 febbraio spiega la dirigente scolastica dell'Ic Rita Levi Montalcini di Don Bosco, Cristina Costarelli ho dovuto procedere con l'interdizione delle aree esterne poiché abbiamo dei rami pericolanti che nessuno, nonostante le segnalazioni, è venuto a controllare». L'unica nota positiva (a sforzarsi di essere ottimisti) è la possibilità per le scuole con cortili senza alberi di poter tornare a sfruttare gli spazi esterni. Dopo venti giorni dalla neve.
 
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