Roma, stagista violentata in uno sgabuzzino all'Umberto I: l'infermiere molestò altre colleghe (e fu trasferito di reparto)

L'infermiere di 55 anni ha costretto la 20enne ad un rapporto: denunciato e sospeso

Roma, stagista violentata in uno sgabuzzino all'Umberto I: l'infermiere molestò altre colleghe (e fu trasferito di reparto)
di Emiliano Bernardini e Camilla Mozzetti
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Sabato 29 Ottobre 2022, 07:13 - Ultimo aggiornamento: 11:20

Di notte, quando le luci nelle corsie sono affievolite e i pazienti dormono. Non c'erano emergenze giovedì nel reparto di Urologia del policlinico Umberto I solo i medici di guardia e gli infermieri in servizio. Tra cui una giovane tirocinante di vent'anni che è stata spinta in uno sgabuzzino del reparto da un infermiere di 55 anni e costretta ad un rapporto orale. Violenza sessuale è scritto sulla denuncia formalizzata dalla giovane agli agenti di polizia del commissariato Salario-Parioli. Bisogna riavvolgere il nastro a due giorni fa per raccontare un'aberrazione che si consuma in un reparto ospedaliero. Dopo la violenza la ragazza corre al pronto soccorso dell'ospedale «Sono stata violentata», racconta ai medici che, da prassi, attivano il percorso rosa e avvisano le forze dell'ordine. Nonostante lo choc la giovane trova la forza e il coraggio di ripercorrere quei momenti, il turno di notte iniziato come tante altre sere, quell'infermiere più grande ma navigato che con lei ed altre giovani colleghe tirocinanti si era sempre mostrato disponibile, fino al cambio repentino di atteggiamento, la trappola tesa per spingerla in quello sgabuzzino abusando poi di lei. L'uomo è stato immediatamente identificato e denunciato.

 

La polizia ha sequestrato tutto il materiale presente nello sgabuzzino per procedere con le analisi di rito mentre la direzione generale dell'Umberto I ha sospeso, in via cautelare, l'infermiere dal servizio.

Un uomo appunto contro cui anche l'ordine degli infermieri è pronto ad avviare un procedimento formale che già in passato si era reso protagonista di altre segnalazioni. Una era stata presentata nel 2020 per molestie. Poi quella segnalazione era stata ritirata ma ciononostante la direzione generale aveva operato un cambio di reparto, spostando l'infermiere da Cardiochirurgia a Urologia.


SIT IN E TESTIMONIANZE
Ieri per solidarizzare con la ragazza violentata circa 200 tirocinanti dell'università si sono radunati in un presidio davanti al dipartimento di urologia, dove all'alba di giovedì è avvenuto il gravissimo episodio. Parole di denuncia e di condanna per quella persona che era stata più volte segnalata. Le studentesse hanno esposto cartelli con su scritto: «La divisa era troppo provocante?», «Non posso aver paura anche in ospedale» e poi ancora «Sfruttate e violentate lottiamo contro la doppia oppressione».

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I racconti non lasciano troppo spazio all'immaginazione: «Abbiamo paura, spesso spranghiamo le porte con le sedie. Di notte qui è pieno di sbandati e senza tetto. Spesso ci rifiutiamo di andare da sole da un reparto all'altro. Questo lavoro è un sogno ma troppe volte si trasforma in incubo». E soprattutto non mancano i racconti di altre molestie: «Capita di frequente. Una volta un infermiere si è rivolto a me con frasi molto esplicite, ho minacciato di denunciarlo e non lo ha più fatto» racconta Francesca, capelli marroni corti e grandi occhi verdi. Il leit motiv però è sempre lo stesso: «Nessuna denuncia perché il tutor è quello che può decidere quando e se ti laurei...». Al presidio era presente anche il direttore generale dell'Umberto I. Il dirigente ha promesso agli studenti e ai tirocinanti di creare dei tavoli di confronto e uno sportello per le denunce.

 

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