A coprire la loro protesta, ben prima che gli agenti della polizia locale si immergessero nella Fontana di Trevi per tirarli fuori dall’acqua, è arrivata la condanna - ferma e decisa - dei passanti e dei turisti. E sono stati i fischi e i rimproveri urlati dalla piazza - «vergognatevi» - a ribadire come quanto avvenuto ieri, in uno dei più noti monumenti della Capitale, sia un atto da condannare e non da supportare in nome della libertà di pensiero che, nell’esercizio a cui tutta la città e non solo è stata costretta ad assistere, non ha fatto altro se non offenderne il principio costituzionalmente garantito. «Se per protestare si reca danno ad un bene storico come questo - commentava ieri un commerciante di zona - siamo di fronte ad una vera involuzione».
IL FATTO
Ma tanto è accaduto, di nuovo, dopo gli episodi che settimane fa videro come protagoniste altre storiche fontane della Capitale, ovvero la Barcaccia del Bernini di piazza di Spagna e la Fontana dei Quattro Fiumi di piazza Navona che si colorarono di nero pece.
LE REAZIONI
Un vero e proprio «atto di vandalismo», hanno convenuto tutte le forze politiche: dalla maggioranza all’opposizione passando per chi governa la Capitale. «Si può protestare, è legittimo, persino doveroso. Ma non con un metodo sbagliato, pericoloso e dannoso, che colpisce beni comuni preziosissimi come i nostri monumenti», commentava il sindaco Roberto Gualtieri recandosi ieri a Fontana di Trevi e lanciando un appello agli attivisti. Il loro agire «costringe tante persone, distraendole da altro lavoro, a venire qua, passare ore, sprecare acqua ed elettricità, sottoporre a stress i monumenti. È una cosa sbagliata. Si rischia - ha aggiunto Gualtieri - di danneggiare i monumenti e si costringono le pubbliche amministrazioni a interventi di ripristino costosi, con molto spreco d’acqua. È del tutto controproducente rispetto alla battaglia. Se poi per ripristinare si danneggia l’ambiente dal punto di vista comunicativo c’è una evidente contraddizione». Ferma condanna anche dall’assessore allo Sviluppo economico Monica Lucarelli: «Non è deturpando i monumenti che si salverà il pianeta». Grazie al tempestivo intervento dei vigili urbani, gli attivisti (alcuni dei quali coinvolti già nelle precedenti proteste) hanno potuto versare nell’acqua solo due recipienti di carbone ma il danno, in termini di costi e tempo per ripristinare la normalità, è stato comunque esoso.
I COSTI
Perché la Fontana di Trevi è stata naturalmente svuotata e così si sono persi «Trecentomila litri di acqua - concludeva il sindaco - Gli interventi di ripristino sono sempre costosi e hanno un impatto ambientale significativo». Tecnicamente, una volta svuotata la Fontana è stata ripulita con una tecnica a bassa pressione per non incidere sul monumento e poi nuovamente riempita. Le operazioni sono andate avanti fino a tarda sera. «È un rituale stanco, ci costituiremo parte civile anche in questo processo - il commento del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano - sono sicuro che il Parlamento vorrà presto varare il provvedimento che farà pagare a costoro gli ingenti costi che ogni volta la collettività sostiene». Fortunatamente la Fontana non ha riportato, al momento, danni e questo anche grazie al fatto che il carbone si è depositato su uno strato impermeabilizzato della Fontana e direttamente sul marmo. Tuttavia dovranno essere compiute analisi e rilievi.