«Un’opera sbagliata, come tutti i nuovi tram che dove sono stati creati hanno causato il crollo dei affari e la desertificazione commerciale». Va giù duro Claudio Pica, presidente della Federazione italiana Esercenti pubblici e Turistici, la Fiepet, contro il progetto, spinto dalla lobby pro tram cara a una certa sinistra e nel silenzio complice dei finti ecologisti, di realizzare una nuova linea tranviaria fra Termini (palazzo Massimo), il Vaticano (piazza Risorgimento) e l’Aurelio (piazza Giureconsulti). Dopo settimane di inchiesta, grazie alle opposizioni, i problemi di quest’opera, fino a oggi blindatissima, arriveranno in Consiglio comunale per essere discussi in una seduta straordinaria.
L’OPERA
Un cantiere da avviare ad aprile del prossimo anno che durerà (almeno) fino a febbraio 2028 prima che i tram inizino a sferragliare e stridere per le strade più delicate del centro storico di Roma: da Termini per via Einaudi fino a piazza della Repubblica.
UN CORO DI NO
Contro quest’opera - a parte i rilievi espressi nelle undici pagine di parere condizionato espresse dalla Soprintendenza - si sono schierati residenti, tutto il mondo del commercio, alti ufficiali dei vigili urbani e sindacati di pizzardoni, tassisti e personale medico, associazioni dei motociclisti. Poi, archeologi e storici, ingegneri del traffico e ingegneri acustici e persino il presidente nazionale della Società italiana Sistema 118, il prof. Mario Balzanelli.
I PROBLEMI
Per la Soprintendenza, tutto il centro è area «ad altissimo rischio»: dai Mercati di Traiano al palazzi rinascimentali, il tram è un nemico delle antichità. Mancano le aree in cui tanto gli operatori Ama quanto i trasportatori possano operare in sicurezza per il carico e scarico merci e per la raccolta dei rifiuti. Il “tappo” triplo per il traffico: Termini/Repubblica, via IV Novembre e il Santo Spirito sono a rischio paralisi.
«Il Tva è inutile:», dice Pica che aggiunge: «quando il Comune ha realizzato altre linee, come l’8 o il 2 a Flaminia, si sono registrate perdine di milioni di euro nei fatturati delle aziende: dove c’è il tram crollano gli affari. E io posso testimoniarlo in prima persona: l’8 in via Arenula ha causato danni enormi all’attività commerciale di famiglia. Via Nazionale e Corso Vittorio stavano ripartendo, lentamente tornando ai livelli antecedenti alla crisi degli ultimi anni. Il prossimo 13 ottobre, saremo presenti in Consiglio per portare il nostro disagio e le nostre proposte».
Fernando M. Magliaro
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout