«No al tram in via Nazionale, compriamo bus elettrici». Presentata mozione per il consiglio straordinario sulla nuova Tva

«Il Termini–Vaticano presenta troppi problemi, spostare i soldi sull’elettrico»

«No al tram in via Nazionale, compriamo bus elettrici». Presentata mozione per il consiglio straordinario sulla nuova Tva
di Fernando M. Magliaro
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Venerdì 22 Settembre 2023, 00:09

«Non possiamo limitarci a dire solo “no”. Sono convinto che serva proporre delle alternative credibili e percorribili. Ne propongo una: spostare i circa 300 milioni di costo della Tva per comprare bus elettrici». Il capogruppo della Lega in consiglio comunale, Fabrizio Santori, dopo aver richiesto una seduta congiunta delle Commissioni Statuto, Mobilità e Urbanistica sul tram Termini-Vaticano-Aurelio, la Tva, ha depositato una mozione che sarà discussa nel prossimo consiglio comunale straordinario dedicato alla nuova linea la cui data di convocazione spetta alla capigruppo che ha ancora 27 giorni di tempo per convocarla. 

L’opera

Parliamo del progetto del Comune, spinto dalla lobby filotranviaria della sinistra con il complice silenzio degli pseudoecologisti, di realizzare una linea tranviaria da Termini (palazzo Massimo) fino al Vaticano (piazza Risorgimento) e all’Aurelio (piazza Giureconsulti).

Linea che passerebbe per via Nazionale, via IV Novembre, piazza Venezia, via del Plebiscito, largo Argentina, Corso Vittorio. Poi, dopo aver scavalcato il Tevere a Ponte Vittorio, il “ramo” Vaticano passerebbe sotto gli archi di Passetto di Borgo e via Porcari. Quello Aurelio, transiterebbe di fronte l’ospedale Santo Spirito in Sassia, poi, passata la Galleria sotto il Gianicolo, farebbe via Gregorio VII.

La lista dei contrari

Contro l’opera, si sono espressi bocciandola con diversi argomenti: storici e archeologi, docenti universitari di ingegneria dei trasporti e ingegneria acustica; residenti, commercianti con una decina di diverse associazioni, tassisti, associazioni dei motociclisti, sindacati dei vigili urbani. 
Dice Santori: «Ogni giorno che passa i cittadini residenti e i comitati ci segnalano nuovi problemi sulla linea: acustica sottostimata, vibrazioni non considerate, commercianti preoccupati per l’assenza di aree per il carico e scarico, rischi sugli accessi agli ospedali Santo Spirito in Sassia ma anche per il Bambino Gesù del Gianicolo, rischi di paralisi del traffico a via IV Novembre, nessuna considerazione per le manifestazioni politiche e sindacali che partono da piazza della Repubblica o per le cerimonie all’Altare della Patria che comportano abituali modifiche ai percorsi del trasporto pubblico». Da qui la firma per chiedere il consiglio comunale straordinario, la richiesta di commissione congiunta e la mozione: «Possiamo usare questi 300 milioni, 120 dei quali sono fondi Pnrr e il resto soldi ministeriali, per aumentare l’acquisto di bus elettrici. Già oggi Atac ne sta acquistando 411, fra mezzi da 12 e da 18 metri. Un quantitativo che corrisponde a circa un quarto della flotta in servizio quotidianamente. Considerando il costo di questi mezzi, 500mila euro per un bus da 12 metri, con i 300 milioni del Tva se ne possono comprare quasi altri 600. Di fatto, sarebbe il più grande investimento su una flotta moderna e totalmente ecologica. Incaponirsi sul tram Tva è davvero incomprensibile».

Le criticità

L’elenco delle criticità che continuano a venir fuori dal progetto è sempre più lungo. Si parte dai paletti messi dalla Soprintendenza nel parere condizionato reso in Conferenza di servizi preliminare. Limitandosi solo alle criticità più rilevanti, nella decina di pagine scritte, si chiedono interventi per garantire dall’«altissimo rischio» che il tram può provocare tutte le aree archeologiche, i monumenti medievali e i palazzi rinascimentali che sono disseminati non solo nel centro storico più stretto (da Termini al Tevere) ma anche dopo, nella zona di Prati e del Vaticano e all’Aurelio fino a piazza Giureconsulti. 
Poi c’è il problema traffico: la realizzazione dei binari fra Termini e Repubblica provocherà una rivoluzione nei sensi di marcia con l’incrocio fra piazza dei Cinquecento, via De Nicola, via Einaudi e via di Villa Peretti, proprio sotto il Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo, dove le strade si restringeranno e si incontreranno quattro diverse direttrici di traffico ciascuna delle quali con tre possibili svolte e tutte fra loro in conflitto. Secondo punto, quello di via IV Novembre: lì sarà creata una corsia sola per ciascun senso di marcia dove passeranno tram, bus, bus turistici, camion, taxi, Ncc, automobili, moto, bici e monopattini. Tutti in coda. Terzo, piazza della Rovere che è la porta di accesso principale per il Bambino Gesù del Gianicolo e dove insiste l’Ospedale Santo Spirito in Sassia. In tutti e tre questi punti, nelle carte progettuali del Comune non è stata fatta nessuna simulazione del traffico in caso di problemi: il rischio di paralisi, come evidenziato dall’ex comandante dei vigili urbani, Antonio Di Maggio, è enorme.

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