Roma, tende e rifiuti sul fiume Tevere: lo sfregio all'Ara Pacis. Banchine assediate da degrado e incuria

L'allarme dei residenti: "La sicurezza è a rischio, bisogna intervenire subito"

Roma, tende e rifiuti sul fiume Tevere: lo sfregio all'Ara Pacis. Banchine assediate da degrado e incuria
di Fabio Rossi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 20 Marzo 2023, 06:29 - Ultimo aggiornamento: 16:55

Tende, baracche, materassi, sedie, vestiti stesi ad asciugare, rifiuti e oggetti di ogni tipo. Sulle banchine del Tevere, pochi metri sotto l'Ara Pacis, coperti dai ponti nel cuore della Città eterna, nei luoghi più visitati dai turisti. Uno sfregio duraturo alle bellezze della Capitale, che va avanti da anni nel disinteresse di chi dovrebbe porre rimedio, trovando altre sistemazioni alle persone che vivono in quelle condizioni e restituendo decoro a luoghi belli quanto delicati, ora ridotti al degrado. E anche in superficie la situazione è ben lontana dall'essere ottimale, tra cantieri abbandonati (come quello di lungotevere Arnaldo Da Brescia), immondizia a ogni angolo di strada, caos da traffico e da parcheggi in doppia fila, particolarmente frequenti proprio nei pressi del museo di lungotevere in Augusta.
LA ZONA
Le tende e gli accampamenti sono ovunque, sulle banchine del fiume che altrove (come a Parigi con la Senna) vengono valorizzate fino a diventare punto di riferimento di cittadini e visitatori. Piazzati sotto ponte Sant'Angelo, ponte Cavour, ponte Principe Amedeo Savoia Aosta. Accanto alle canadesi posizionate a ridosso dei muraglioni, immancabili, si notano cumuli di spazzatura, barbecue e sacchi a pelo. La situazione provoca la rabbia dei residenti, in una zona di Roma molto frequentata ma ricca di problemi.

Tevere, Ponte della Scienza: Sgomberate 15 baracche, 2 denunce

«È drammatico è vedere tutti quei poveretti accampati con i cartoni, i palazzi abbandonati, tutta un'area lasciata a se stessa - sottolinea Viviana Di Capua, presidente dell'Associazione abitanti centro storico - e tutto questo va a incidere sulla sicurezza.

Non ci può essere bellezza nel deserto del degrado: se vogliamo essere pronti per il Giubileo del 2025 bisogna muoversi oggi». Il degrado riguarda soprattutto le banchine del fiume - teoricamente percorribili ma ormai praticamente inagibili - ma anche il lungotevere, qualche metro più su: «Sopra ci sono percorsi automobilistici sovraccaricati, sotto è il territorio spesso dimenticato e abbandonato - spiega Di Capua - Le due cose dovrebbero essere curate e valorizzate insieme».

 


I RIMEDI
I residenti attendono soluzioni da anni. L'ultima speranza, adesso, è proprio l'Anno Santo: Roma non può presentarsi ai milioni di pellegrini e visitatori in arrivo da tutto il mondo con una ferita così profonda proprio sul fiume che divide il Vaticano dall'ansa barocca della Città eterna. «Le banchine vanno ripulite e illuminate, pur rispettando i beni storici e artistici - sostiene la presidente dell'associazione dei residenti - per garantire la sicurezza e un decoro che sia rispettoso di questi percorsi». Quindi bisognerebbe procedere con sfalcio e decespugliamento delle erbe e degli arbusti presenti sugli argini, sulle sponde e sul letto del fiume; e con la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti solidi e altro materiale proveniente da scarichi abusivi. Per il lungotevere, invece, gli interventi dovrebbero iniziare «dai marciapiedi, che vanno messi in condizione di essere percorsi senza rischi, specialmente per le persone anziane - dice Di Capua - Poi bisogna lavorare seriamente sui problemi del traffico e della sosta selvaggia, ormai intollerabili».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA