Roma: il Tempio di Portuno muore tra rovi, rifiuti e siringhe. I turisti: «Solo degrado, impossibile visitarlo»

Il noto monumento a Bocca della Verità è chiuso da mesi e senza manutenzione

Roma: il Tempio di Portuno tra rovi, rifiuti e siringhe. «Solo degrado, impossibile visitarlo»
di Laura Larcan
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Sabato 29 Ottobre 2022, 22:02 - Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 17:49

Siringhe usate, guanti in lattice sporchi, vassoietti di alluminio unti, lattine e bottiglie, resti di bivacchi, c’è tutto un mondo impietoso di rifiuti come reliquie sparse di un degrado che langue in un mare di rovi infestanti. È lo scenario che offre il Tempio di Portuno, l’imponente edificio rettangolare di ordine ionico che spicca a pochi passi da piazza della Bocca della Verità, baluardo, insieme al Tempio Rotondo, dell’area archeologica del Foro Boario.

«Non si può visitare oggi...peccato è chiuso», commenta un giovane turista, Francesco Musmeci di 28 anni, imprenditore, arrivato da Bracciano con alcuni amici per il weekend festivo. Il cartello consumato dal tempo, affisso sulla cancellata assediata da rampicanti, recita che il Tempio di “Portunus”, sotto l’egida della Soprintendenza speciale di Roma del Ministero della Cultura, apre la prima e terza domenica del mese solo su prenotazione.

Ma a cercare notizie sui siti istituzionali di riferimento, la comunicazione è chiara: «sito temporaneamente chiuso». 

 

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LE REAZIONI

«È davvero triste vedere un simile monumento in queste condizioni - aggiunge Francesco - Non venivo qui da quattro anni, anche all’epoca non sono riuscito a vederlo dentro. Con tutta quest’erba fa effetto. Roma è cosi, sembra che il degrado sia una cosa normale, come se fossimo assuefatti al brutto. Eppure, guarda, questo tempio è bellissimo». «Io faccio sempre il confronto con altri paesi - aggiunge Rossella Piatti, insegnante di 26 - All’estero hanno meno patrimonio di noi, ma l’amministrazione lo valorizza al massimo come fosse un polo d’attrazione. E forse, ahimè, c’è anche più rispetto per il bene comune da parte degli stessi cittadini...». 
Al millenario Tempio di Portuno, l’aura amena pittoresca, infatti, è garantita. Magari ai pittori romantici dell’Ottocento tutta quell’edera sarebbe anche piaciuta, ma certo l’effetto ora è di scarsa manutenzione. L’erba alta, selvatica, infestante ricopre tutta la pavimentazione intorno al podio del monumento mentre rovi rampicanti scalano la cancellata che corre lungo il perimetro del Tempio. A ben guardare, spiccano anche voluminosi ciuffi d’erba tra le colonne del portico, con quel verde bruno che sembra “macchiare” il bianco del travertino antico. 

I CICLI DI AFFRESCHI

Eppure siamo al cospetto di uno dei luoghi più importanti del patrimonio antico di Roma, raro esempio di Tempio conservato integro in tutto il suo alzato, che custodisce il famoso ciclo di affreschi d’epoca altomedievale, datato tra l’VIII e il IX secolo, che ricostruisce tutta la vita di Maria, dall’infanzia alla morte, dettata dai Vangeli apocrifi. Pensare che tra il 2009 e il 2016 è stato al centro di un importantissimo intervento di restauro con il contributo del World Monuments Fund, partner mecenate della Soprintendenza. 
E la bellezza del Tempio è indiscutibile. La mano dei restauratori è ancora fortemente visibile, la perfetta conservazione offre tutta l’aura dell’antichità.

Ma resta chiuso e dalla Soprintendenza spiegano che: «Il tempio di Portuno è aperto solo su prenotazione perché è oggetto di un progetto del Pnnr con tutto il Foro Boario che sarà presentato al momento della sua realizzazione. Lo sfalcio dell’erba viene effettuato periodicamente e sarà fatto nei prossimi giorni». Ieri l’effetto discarica era forte. Per una doppia responsabilità, però. L’area verde al di fuori della cancellata, infatti, resta in mano al Comune. Plasticacce, lattine e bottiglie, siringhe usate. Passeggiare qui significa dribblare resti persino pericolosi. Il via vai dei turisti sfila accanto, guardano da lontano. Pochi tentano di avventurarsi. Poi rinunciano. 

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