Stazione Termini tra furti e risse, la zona da incubo. Nei blog dei turisti: «State alla larga»

Uomo accoltellato da 3 senzatetto, la paura quotidiana dei viaggiatori e di chi lavora nel terminal

Stazione Termini tra furti e risse, la zona da incubo. Nei blog dei turisti: «State alla larga»
di Emiliano Bernardini
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Giovedì 9 Febbraio 2023, 06:22 - Ultimo aggiornamento: 09:10

Succede di tutto lì, appena il buio ammanta Termini. Nel quadrilatero che circonda la stazione. Via Giolitti, via Marsala, via di Santa Bibiana e piazza dei Cinquecento. Quelle strade che di giorno sono affollate di turisti e pendolari, con il buio si trasformano. «Qui è terra di nessuno, c'è da avere paura», ripetono tutti i residenti. Non a caso secondo i cittadini di Roma, l'Esquilino è il quartiere più pericoloso della Capitale. Più di San Basilio e di Tor Bella Monaca. «Non ci sono regole. Ognuno lotta per affermare se stesso. Tutto dura lo spazio di una notte, poi si ricomincia», raccontano ancora. L'ultimo episodio in ordine di tempo è stato l'accoltellamento di un cittadino italiano domenica sera. Tre fendenti al petto per 20 euro. La paura serpeggia ovunque. Nessuno vive tranquillo. Residenti, commercianti e viaggiatori si approcciano a Termini come in un girone infernale.

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GLI AVVERTIMENTI
Sono passate le 21 e via Marsala brulica di clochard che come anime in cerca di salvezza camminano verso i dormitori.

Anfratti ricavati tra arcate e colonne. Poco più avanti l'esercito delle prostitute, che affollano i b&b ad ore presenti nel dedalo di strade che si dipanano oltre via Marsala, dove lo stesso Gian Davide De Pau (il killer delle escort di Prati) aveva cercato riparo. Ci sono colombiane, cubane e portoricane. Il sottopasso Turbigo è stato da poco ripulito ma qui nessuno si avventura lo stesso a piedi. Al termine di quel tunnel c'è via Giolitti. Una strada strategica per lo spaccio. Una cinquantina di metri dove ogni notte si combatte una guerra. Qui c'è il McDonald's, una bar e una pizzeria che non chiudono mai. Chi gira di notte spesso si ferma qui: a mangiare e non solo. I pusher arrivano a gruppetti, e poi si scatena la battaglia tra bande. Poco più avanti iniziano i portici regno di sbandati e clochard. Anche qui spesso scoppiano rissa per pochi centimetri di letto. E poi via Gioberti, i giardini di via delle Terme di Diocleziano. Ragazzi che si fanno di crack seduti sui marciapiedi. Il ballatoio di via Giolitti è un'altra centrale di spaccio. I romani si tengono alla larga. Laura tutte le sere scende a Termini dopo un viaggio di mezzora in treno: «Ho lo spray al peperoncino sempre con me. In passato sono stata anche aggredita. Per fortuna non è successo nulla di grave». Carlo e Paola sono di Palermo e hanno parenti a Roma: «A Termini scendiamo spesso. Conosciamo benissimo la stazione e negli anni è peggiorata. Noi cerchiamo sempre di arrivare di giorno perché di notte non sai mai cosa può succedere».

 


Non solo i romani, anche i turisti scappano via e non si fermano, sanno tutti che è un pericolo. Basta girare un po' sui siti di viaggi e blog per leggere di esperienze di ogni tipo. E in tanti danno lo stesso consiglio a chi arriva a Roma: «State alla larga dalla stazione Termini e dalle vie lì vicino». Markus è un omone di quasi due metri, e di Amsterdam e la stazione romana la conosce bene: «La notte è molto pericolosa. Bisogna stare molto attenti. Io non ho paura ma penso che una ragazza da sola qui non potrebbe girare». Alice e Thomas sono appena arrivati da Milano. Sono norvegesi e sono in Italia per un tour: «Ci hanno detto di stare attenti ai rapinatori e soprattutto di non sostare qui per lungo tempo» raccontano. Turisti, residenti ma anche chi lavora qui è esasperato dalla situazione. Paola che lavora da Marella ci dice: «Ho fatto l'abitudine alla paura». Daniel banchista del bar Vyta proprio dentro la stazione racconta: «Personalmente non ho paura. Certo poi dipende da che turno fai. Quello della notte è il peggiore però qui da noi non è mai accaduto nulla». Poco più avanti c'è Leila che lavora in un negozio di occhiali: «Sì ho paura. Prima del lockdown chiudevamo dopo le 22 e più volte mi è capitato di vedere persone che mi aspettavano fuori dal negozio. Fortunatamente conosco tutti i vigilantes e la polizia e al minimo sentore di pericolo chiedo aiuto». Stesso discorso per Cesira che lavora in uno degli stand centrali: «La paura a volte ti salva. Io prendo la metro per tornare a casa e spesso non ci penso, tiro dritta e mi auguro sempre che non accada nulla». Piano piano la stazione si svuota e quella sensazione di paura si amplifica. Qui di giorno si bivacca, si fuma, si scippa e si ruba. Di notte, ormai quasi tutte le notti, spuntano i coltelli.

 

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