Roma, la truffa del castello al nobile tedesco: ladro dei vip alla sbarra

I componenti della banda hanno fatto finta di essere dei mediatori. Il covo era in un appartamento a piazza Navona

Roma, la truffa del castello al nobile tedesco: ladro dei vip alla sbarra
di Michela Allegri
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Venerdì 4 Marzo 2022, 23:04 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 19:13

Sembra la trama di un film, ma è una storia vera. Il copione: un nobile tedesco cerca finanziatori per ristrutturare il suo castello in Germania e viene raggirato da un gruppo di truffatori che, proprio sotto i suoi occhi, riescono a sottrargli una borsa contenente mezzo milione di euro. La location è un albergo a cinque stelle nel cuore della Capitale, oltre ad appartamenti di lusso affittati a piazza Navona e a Prati. Anche i protagonisti, che si muovono a bordo di auto di lusso, sono di primo piano: a guidare la banda è Miroslav Milenkovic - questo è uno dei suoi tanti alias -, il ladro dei vip che ha fatto tremare Londra e che ha messo a segno un colpo milionario, nel dicembre 2019, a casa di Tamara Ecclestone, modella e figlia dell’ex patron della Formula 1, Bernie. Ora si trova sul banco degli imputati insieme ai suoi complici, su richiesta del pubblico ministero Francesco Basentini.


Tutto inizia nell’agosto del 2020.

Il nobile tedesco pubblica un annuncio su un quotidiano, dicendo di essere alla ricerca di un finanziatore per il progetto di ristrutturazione da 10 milioni di euro del castello di famiglia, in Germania. Dopo qualche giorno viene contattato via mail da un intermediario, che si presenta con il nome di Alexander Bilal - in realtà, secondo il pm, si tratterebbe di Bruno Rosi -, dice di essere interessato all’affare e assicura di poter trovare in breve tempo un gruppo di finanziatori disposti a partecipare. In cambio, chiede una commissione del 5 per cento dell’intero importo: 480mila euro.

L’IMBROGLIO

La truffa è credibile e organizzata nei dettagli, tanto che la vittima accetta di raggiungere la Capitale per incontrare la banda, che si è organizzata allestendo uffici in un appartamento vicino a piazza Navona e in uno in zona Prati. L’appuntamento preliminare per parlare dell’affare è in un albergo a 5 stelle: il Rome Cavalieri Waldorf Astoria, uno dei più lussuosi della città. Al nobile tedesco viene detto di portare i 480mila euro in contanti, per dimostrare di essere in possesso del denaro. Lui cade nel tranello, mette le banconote - in mazzette da 200 euro - all’interno di un borsone e raggiunge l’albergo. Ad aspettarlo ci sono quattro persone: Bilal, Milenkovic, Sofia Rustamova e Kristian Stefanovic. Il nobile mostra il denaro e la somma viene verificata con una macchinetta conta soldi. Una volta terminata l’operazione, le mazzette vengono infilate in una busta di plastica, dicendo al tedesco che si tratta di una precauzione: è troppo pericoloso girare per strada con tutti quei soldi in bella vista. All’interno del borsone, però, viene infilata una seconda busta: è piena di banconote fotocopiate, che da un lato sembrano vere e dall’altro lato riportano uno stampo con scritto «fac-simile». Il nobile non si accorge di nulla. Pensa di avere concluso l’affare: stringe la mano a quelli che crede essere i futuri finanziatori e li saluta. Loro se ne vanno a bordo di auto di lusso: una Mercedes berlina guidata da un autista. Poi, il nulla: Bilal e soci non rispondono più al telefono, i numeri da loro utilizzati risultano inesistenti. Il nobile si insospettisce, apre il borsone e si accorge di avere in mano un mucchio di carta straccia. Corre quindi al commissariato Viminale e sporge denuncia.

LE INDAGINI

Gli agenti acquisiscono i filmati delle telecamere di sorveglianza dell’hotel e individuano la targa della Mercedes. L’autista viene convocato in commissariato e, all’uscita, viene pedinato. Si ferma, vicino a piazza Navona e fa salire a bordo due uomini e una donna che escono da un appartamento. Li accompagna a Prati, dove entrano in un palazzo ed escono poco dopo tenendo in mano alcune buste. I poliziotti intervengono. A bordo dell’auto ci sono 200mila euro in contanti, in mazzette da 200 euro. Nel bagagliaio ci sono altri soldi e i telefonini. Altri 50mila euro vengono trovati all’interno di uno degli appartamenti, insieme alla macchinetta conta soldi, a diverse banconote false e a una cartellina blu contenente documenti e immagini del castello in Germania. L’accusa per tutti quanti è furto aggravato.

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