«Ogni sera è lo stesso repertorio: da Besame mucho a Volare, le solite quattro canzoni che si ripetono in loop, per i turisti che passano. Sembra una tortura e noi non riusciamo a riposare, costretti a tenere le finestre chiuse anche in piena estate». Da Trastevere a Campo de' Fiori, i residenti del centro storico sono in rivolta contro i "fracassoni" che si appostano nelle strade e nelle piazze del cuore della Città eterna con strumenti di vario tipo e altoparlanti a tutto volume, fino a tarda sera. E ora chiedono una nuova regolamentazione delle attività degli artisti di strada che, in particolare, separi le vere attività artistiche (dai mimi ai giocolieri) dagli pseudo-musicisti che "allietano" le serate nei quartieri più frequentati dai turisti nella Capitale, soprattutto all'interno del perimetro delle Mura Aureliane. Ieri un comitato di cittadini del centro storico è stato ascoltato dalla commissione cultura del I Municipio, presieduta da Ludovica Jaus, per esprimere tutte le preoccupazioni di chi subisce gli eccessi della musica sparata a tutte le ore.
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IL DIBATTITO
In queste settimane si sta discutendo sulla modifica del regolamento comunale che riguarda le attività degli artisti di strada.
L'INTERVENTO
La minisindaca Lorenza Bonaccorsi, dal canto suo, si è già mossa su questo fronte, per fissare limiti a questo tipo di spettacoli itineranti: con una delibera di pochi giorni fa, il I Municipio ha vietato le esibizioni itineranti degli artisti di strada in largo Goldoni (via del Corso) fino al prossimo 31 ottobre. Un provvedimento arrivato dopo decine di richieste di intervento da parte dei cittadini, che lamentavano l'uso di «strumentazioni con diffusione sonora oltre i limiti consentiti», a cui avevano fatto seguito 15 contravvenzioni elevate dalla polizia locale per violazione del regolamento attualmente in vigore.
LE RICHIESTE
I residenti seguono questa vicenda con grande attenzione, perché sia garantita una particolare tutela alle aree più affollate (e fragili) della Capitale: «Alcune regole ci sono e altre forse è opportuno applicarle nel rispetto dei luoghi e delle persone che li vivono - dice Viviana Di Capua, presidente dell'Associazione abitanti centro storico - Poi se ci sono delle criticità occorre valutare il da farsi, perché le nostre strade non siano solo trattate come un prodotto per business: già su questo si deborda ogni giorno». A Roma, aggiunge Di Capua, «sembra che serpeggi il non essere troppo severi, e questo sta dando la sensazione di una città libera da regole».
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