Roma, la giungla dei monopattini che blocca i marciapiedi: i pedoni “prigionieri” degli abusi

I velocipedi che bloccano il centro della Capitale: a gennaio il Comune ha promesso la stretta

Roma, la giungla dei monopattini che blocca i marciapiedi: i pedoni “prigionieri” degli abusi
di Emiliano Bernardini
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Martedì 8 Novembre 2022, 07:37 - Ultimo aggiornamento: 13:46

Abbandonati in angolo. Buttati in terra. Disordinati. Sparsi alla stregua dei bastoncini degli Shangai. Eccoli i monopattini verdi, rossi, neri e gialli. Sembrano chiazze di colore lanciate su una tela. Disturbano l'occhio. Intralciano il traffico e i pedoni. Eppure avrebbero dovuto essere allineati, se non in alcuni stalli appositi, almeno in aree prestabilite. E invece no. Regna il caos. Le persone li usano per il tratto di strada necessario e poi li abbandonano. Noncuranti delle regole base del vivere civile. Scendendo per via Rasella ce ne sono tre lasciati sul piccolo marciapiede di destra. Tutti in fila indiana. I pedoni sono costretti a passare per la strada con il rischio di essere investiti dalle auto. Arrivati all'incrocio con via del traforo eccone altri cinque raggruppati in modo sconclusionato sul marciapiede, proprio alla fine del tunnel. Sullo slargo di via in Arcione il cestino di una bici è usato come pattumiera, a terra adagiati con le luci accese due velocipedi. Su via dei due Macelli è una giungla. Le pedane elettriche fanno bella mostra davanti alle vetrine dei negozi. Nemmeno fossero messi lì in vendita.

Per un corretto utilizzo dei monopattini in condivisione: ecco il vademecum


La giungla dei monopattini: i pedoni «prigionieri degli abusi»


Stessa situazione in via Capo le Case. Qui due ragazzi americani stanno cercando di sbloccarne un paio per muoversi tra le vie del Centro. Fanno addirittura fatica a tirarli fuori dalla selva di otto pedane elettriche adagiate senza senso all'imbocco di piazza di Spagna. Non c'è via dove i monopattini non compaiano. I romani ci hanno quasi fatto l'abitudine. Quasi perché vedere tanto caos, soprattutto sulle strade nobili dello shopping, fa irritare eccome. Via Frattina, via Borgognona, via dei Condotti prigioniere del disordine. Anche intorno a Montecitorio ci sono i mezzi della mobilità dolce a intralciare. E già perché da strumento per facilitare gli spostamenti sono diventati uno dei principali problemi della Capitale. Il colmo si raggiunge su via del Pozzo, poco dopo largo Chigi: qui un monopattino è addirittura stato parcheggiato sulle strisce pedonali e un altro alla fermata dell'autobus.

Della serie non mi serve più e qui lo lascio. Magari per risparmiare qualche centesimo.

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La stretta


In attesa della presunta stretta che dovrebbe arrivare da gennaio 2023 nel centro storico regna il caos. Eppure il Comune aveva chiesto alle aziende autorizzate dalla giunta Raggi di applicare le nuove regole: far chiudere la corsa (interrompendo il pagamento) soltanto in aree consentite, oppure autorizzare la sosta ai clienti dopo aver ricevuto una foto che dimostra di non essersi fermati davanti ai monumenti, che avrebbero dovuto già migliorare le cose. Ma cosa dovrebbe succedere a gennaio a Roma? Le compagnie autorizzate caleranno da sette a tre. La stragrande maggioranza dei monopattini dovrà circolare fuori dal Centro, cioè in periferia e nei pressi delle stazioni della metro. Per esempio, non potranno superare quota 210 i mezzi consentiti a Trastevere e quota novanta quelli nel Tridente. Cioè, lì dove invece oggi si concentrano almeno 10mila velocipedi dei 14.500 presenti in città, creando quella giungla quotidiana tra corse contromano, incidenti stradali e dispositivi abbandonati dove capita. Tra gli altri obblighi che entreranno nel nuovo anno, il targhino con codice Qr, il limite di velocità a 20 chilometri orari, il parcheggio soltanto in stalli consentiti, il tempo massimo di un'ora mezza per spostare le due ruote lasciate dove non si può, i controlli in remoto con la geolocalizzazione per impedire gli abusi e gli sconti sulle tariffe (10 euro a settimana e 30 al mese) per gli abbonati all'Atac.

 

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