Panico ieri sera sulla metro A. Per motivi di «ordine pubblico» Atac si è vista costretta a chiudere già dalle 19 la stazione di San Giovanni. Motivo? Improvvisamente i passeggeri hanno iniziato ad accusare problemi respiratori, impossibile rimanere nei tunnel o impegnare le scale mobili. C’è chi ha iniziato a correre verso l’esterno: «Non ce la facevo a respirare, mi bruciava la gola», spiega una impiegata di 48 anni al ritorno dal lavoro, «una tosse irrefrenabile» per Marco, studente di 23 anni. Qualcuno ha ipotizzato il peggio: «Ho pensato persino a un attacco terroristico», aggiunge una studentessa universitaria che abita a piazza Lodi. I treni hanno ricevuto l’ordine di passare senza però effettuare la fermata in banchina, mentre immediato è scattato l’sos ai vigili del fuoco e ai carabinieri e alle ambulanze.
LA RICOSTRUZIONE
Sono passate da poco le 19.10 di una giornata già particolarmente pesante per i pendolari romani: le immagini diffuse ora dopo ora sui social parlano di caos e disagi sulla metro B, con le banchine stracolme di utenti in attesa tra un convoglio e l’altro da Rebibbia a Laurentina. Per il sito aziendale i soliti «ritardi», ma l’imprevedibile, appunto, accade a San Giovanni.
L’INCHIESTA
Un’ora e mezza durante la quale i treni sono transitati senza fermarsi obbligando i passeggeri a muoversi a piedi da Re di Roma o Manzoni per poter fare il cambio e prendere la linea C. Sull’episodio è intervenuto anche il Codacons che ha chiesto che le autorità competenti facciano «chiarezza sulle cause che hanno determinato difficoltà di respirazione a danno dei passeggeri presso la stazione San Giovanni della metro A di Roma. Se come confermato dalle prime indiscrezioni la chiusura della stazione risulterà causata dalla diffusione di spray al peperoncino, è necessario individuare i responsabili di tale azione a danno della collettività e perseguirli penalmente. La circostanza che non solo configura l’interruzione di pubblico servizio, ma anche reati contro la salute pubblica. Chiediamo alla procura di acquisire le registrazioni del sistemi di videosorveglianza interni alla stazione e perseguire penalmente gli autori del gesto».
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