L’ultimo guasto, martedì, ha riguardato la fermata Re di Roma - chiusa al servizio viaggiatori poco dopo mezzogiorno per un guasto tecnico - mentre in mattinata un treno si era bloccato a Giulio Agricola. Sabato scorso è stata l’intera stazione di piazza della Repubblica a essere chiusa ai passeggeri: temporaneamente sì, ma per ben tre volte in un solo giorno. E lunedì è toccato ancora a Re di Roma chiudere le porte agli utenti. Benvenuti sulla linea A della metropolitana: la più affollata della Capitale - quasi mezzo milione di passeggeri annui prima della pandemia - ma anche la più colpita da malfunzionamenti e disagi per i cittadini. E il 2021 - dopo un 2020 più “tranquillo” a causa del lockdown e della lenta ripresa delle attività - ha messo a nudo tutti i problemi della linea, tra treni vecchi e infrastrutture ferroviarie bisognose di manutenzione: il Campidoglio sta accelerando su questo fronte, grazie anche ai fondi del Pnrr, ma c’è ancora tanto da recuperare.
LA SITUAZIONE
Nell’ultimo anno solare, nelle stazioni della linea arancione della metropolitana sono stati segnalati 216 “problemi” - leggasi guasti, verifiche tecniche e chiusure più o meno temporanee - con un netto incremento rispetto ai dodici mesi precedenti, quando gli eventi avversi erano stati 160: l’aumento complessivo si è quindi attestato sul 26 per cento, con un incremento medio dei tempi di attesa alle fermate del 16 per cento.
GLI INTERVENTI
La linea A ha peraltro rischiato di fermarsi completamente, dal 1° gennaio, a causa della scadenza dei certificati di manutenzione di gran parte dei suoi treni: il pericolo è stato scongiurato solo grazie all’accordo raggiunto dal Campidoglio con il ministero dei Trasporti, che ha concesso una proroga di 12 mesi per portare a termine queste operazioni. Ma nei prossimi mesi dovrà comunque affrontare una riduzione del servizio, dovuta proprio alla necessità di completare le nuove revisioni: un intervento complesso, per il quale servono almeno 5 mesi a convoglio. Il punto critico della linea restano però le scale mobili, attualmente ferme a Flaminio e Cipro, con ascensori fuori servizio a Subaugusta, Ponte Lungo, Manzoni e Baldo degli Ubaldi. Negli ultimi anni, proprio a causa dei cedimenti di scale mobili, sono state chiuse per molti mesi le centralissime stazioni Repubblica, Barberini e Spagna, consecutive tra loro, paralizzando il trasporto pubblico in una zona nevralgica della Capitale.
IL CASO
Intanto, sulla linea B, diversi utenti si dicono preoccupati per i forti rumori che arrivano dalle scale mobili della stazione di Castro Pretorio, chiusa per circa un anno proprio per i lavori di sostituzione degli impianti. Sulla vicenda ha presentato un’interrogazione il consigliere capitolino Federico Rocca (Fratelli d’Italia): «Ritengo che sia grave che, a pochi mesi dalla riapertura dopo 370 giorni di chiusura e disagi subito dagli utenti e visti i soldi spesi non possiamo tollerare delle scale mobili in queste condizioni - dice Rocca - Ancora una volta l’amministrazione da una pessima immagine di sé e della città». Intanto, sempre sulla linea B, è in corso la sostituzione integrale di scale mobili e ascensori nelle stazioni di piazza Bologna (dove è anche chiuso il cancello d’ingresso da viale delle Provincie) e Quintiliani, in questi ultimi casi senza chiusura del servizio passeggeri.
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