Roma, Mamiani occupato: 230 gli studenti sospesi. «Danni per 10mila euro»

La relazione della dirigente Sallusti sui dieci giorni di interruzione della didattica a novembre: computer, tavoli e armadietti distrutti

Roma, Mamiani occupato: 230 gli studenti sospesi. «Danni per 10mila euro»
di Camilla Mozzetti
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Martedì 20 Dicembre 2022, 22:32

Hanno imbrattato con della vernice spray di colore nero le pareti di alcuni corridoi, scardinato un armadio, acquistato quest’anno, e danneggiato in maniera irreparabile alcune attrezzature sportive. Ancora: sono state sparpagliate e gettate a terra attrezzature elettroniche, come dei videoproiettori e casse acustiche, è stato danneggiato il pc della palestra, scassinati gli armadietti dei professori, occlusi gli scarichi di bagni e lavandini, forzate le serrature delle porte, rotta una bacheca in legno e vetro dei primi del Novecento. Questo è quanto lasciato dagli studenti dopo l’occupazione dello storico liceo Mamiani di Roma. Pieno centro, frequentato da giovani che in larga parte hanno alle spalle solide famiglie. Nessuna deviazione imputabile direttamente alle difficoltà sociali od economiche, tanto per intenderci, che pure scontano invece altre realtà di periferia dove - guarda caso - l’onda delle occupazioni non si è neanche alzata. E per loro, per questi ragazzi, faciloni nell’offendere un’istituzione come appunto la scuola, sono stati adottati dei provvedimenti in conformità al regolamento scolastico. Ben 230 studenti sono stati sospesi mentre i danni conteggiati dalla direzione, che ammontato a quasi 9.600 euro, verranno adesso ripartiti tra le famiglie degli occupanti. Nulla di nuovo in realtà perché il regolamento del Mamiani parla chiaro: per chi occupa e lo fa con violenza in sfregio alle regole e al rispetto che si deve al mondo dell’istruzione seguono da anni dei provvedimenti. «Lo abbiamo sempre fatto - spiega la dirigente Tiziana Sallusti - i ragazzi ne sono perfettamente consapevoli, chi occupa e lo fa in questo modo, danneggiando ambienti e dotazioni va incontro a delle conseguenze». È un principio lineare: ogni azione, come nella fisica, porta a delle conseguenze, l’assurdo è assistere a una storia che si ripete come se nulla bastasse a porre un freno.

Al Mamiani però non funziona così e la preside tende a ribadirlo: «Ogni anno per ogni occupazione si è provveduto poi con la sospensione degli studenti che l’avevano messa in scena e con la ridistribuzione delle spese per i danni tra le rispettive famiglie.

Tenga conto che per dieci giorni la scuola quest’anno è stata impraticabile». 

LA PRESA DELL’ISTITUTO

L’occupazione infatti è iniziata l’8 novembre scorso ed è andata avanti fino al 18 dello scorso mese. Come riportato nella relazione che la direzione della scuola ha protocollato il 5 dicembre e inviato all’Ufficio scolastico regionale, «il pomeriggio dell’8 novembre un gruppo di studenti e studentesse del liceo, guidati dai componenti del Collettivo autorganizzato Mamiani, sono entrati a scuola, incappucciati, urlando, correndo e mettendo a soqquadro i banchi per ostruire gli accessi laterali dell’edificio, mentre intimavano al personale presente in quel momento di uscire dai locali dell’istituto». Ciò che è venuto poi è la cronaca delle storie su Instagram e TikTok, gli annunci e i post di presentazione di quella che sarebbe stata l’attività svolta durante l’occupazione. Che pure si è tenuta per dieci giorni a parlare di “giustizia sociale”, “colonialismo in Africa negli anni ‘30”, “Revenge porn” insieme ai “pranzi sociali” e ai concerti.

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Nella rendicontazione dei danni e della relazione inviata all’Ufficio scolastico regionale si legge quanto fatto dalla direzione del Mamiani la sera stessa dell’occupazione, informando tramite circolare caricata sul sito dell’Istituto le famiglie e gli studenti: «Si richiede a tutti i genitori di intervenire tempestivamente per fare desistere i ragazzi. Si comunica che verrà sporta immediata denuncia presso le autorità come già annunciato dall’Ufficio scolastico regionale con la nota contenuta all’interno di un documento inviato ai dirigenti già a settembre e, come previsto dal regolamento d’istituto, verranno sanzionati». I ragazzi individuati come responsabili e partecipanti sono stati sospesi «da uno a quattro giorni - prosegue la Sallusti - con un solo giorno da trascorrere a casa». Peserà questo sul bilancio dello studente in vista della fine dell’anno? «Chiaramente sui comportamenti - conclude la preside - ma chi ha 9 manterrà quel voto, ci mancherebbe». Che pure i “bravi” hanno dimostrato come sono bravi a mettere a soqquadro e danneggiare una scuola.

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