Roma, l'agonia delle librerie: chiusi 230 negozi dal Centro alla periferia

Da Tomba di Nerone a Centocelle, da Cinecittà a Magliana, questi i quartieri che hanno visto le maggiori serrande abbassate

Roma, l'agonia delle librerie: chiusi 230 negozi dal Centro alla periferia
di Giampiero Valenza
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Lunedì 7 Novembre 2022, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 23:56

Quando chiude una libreria è un po' come se dovesse spegnersi un faro di cultura in una comunità. Quelle romane soffrono e vivono agonizzando. La crisi dell'editoria tradizionale, con il cambio delle abitudini che vanno sempre di più verso acquisti on line, sommata alle conseguenze delle restrizioni del Covid, hanno dato un po' il colpo di grazia all'intera categoria. Uno studio dell'Associazione italiana editori in collaborazione con l'Università di Tor Vergata aveva fotografato i dati di un decennio nero: dal 2007 al 2017 ci sono state 223 chiusure. Di librerie se ne sono contate poco meno di 200. La metà di queste ha dimostrato di essere stata in grado di rimanere attiva nell'ultimo decennio. A pagarne le spese sono stati sia il centro sia la periferia. Da Tomba di Nerone a Centocelle, da Cinecittà a Magliana, questi i quartieri che hanno visto le maggiori serrande abbassate. In totale, considerando anche la pandemia e la crisi, si stimano almeno tra le 230 e le 240 serrande abbassate, considerando che in molti casi le attività di rivendita di libri vengono incluse nelle più classiche cartolibrerie, che però non possono vantare la stessa scelta e varietà dei negozi più specializzati. Quest'anno ha chiuso la centralissima Feltrinelli della Galleria Alberto Sordi. Della stessa catena proprio durante la prima fase della pandemia, aveva abbassato la serranda anche la Feltrinelli International di via Vittorio Emanuele Orlando, specializzata in volumi in lingua straniera e la Feltrinelli (ex Arion) di viale Giovanni Pierluigi da Palestrina, all'angolo con piazza Cavour.

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I PENSIONAMENTI
Serrande abbassate anche per diversi altri marchi noti di quartiere, come La tana del libro della Garbatella, per 40 anni punto di riferimento della zona.

Le librerie storiche della città spesso non sono legate a grandi catene. Così, con il pensionamento di chi le ha gestite per una vita, sono costrette a chiudere. Lo sanno bene Stefano e Fabiana, i figli di Angelo Dragone, titolare dello storico piccolo punto vendita di Circonvallazione Trionfale. Il papà a 75 anni non poteva più andare a lavorare e così si sono trovati costretti a svendere i volumi rimasti facendo una promozione online. Il ricambio generazionale, in molti casi, non c'è. Quindi, la piccola libreria di quartiere con difficoltà riesce a trovare chi porta avanti il testimone nel corso degli anni e così è costretta ad abbassare la serranda una volta per tutte.


I SEGNALI NEGATIVI
Secondo un'indagine che aveva condotto Confcommercio sulle chiusure dei punti vendita al dettaglio in sede fissa, la stessa organizzazione di categoria attestava, tra 2008 e 2016, un calo del 23,4% per i punti vendita che trattano libri e giocattoli. Un calo confermato di recente anche da Conapi, la Confederazione nazionale artigiani e piccoli imprenditori.
«La situazione agonizzante continua ormai da molto tempo, speriamo nel Natale e in un aumento delle vendite, come tradizionalmente accade in questi mesi - racconta Antonella, di una libreria di una grande catena del centro storico - I clienti sempre più spesso entrano qui da noi, guardano e sfogliano i libri ma poi scelgono di acquistarli on line. Si approfitta molto degli sconti per portarsi a casa i volumi più economici: si bada sempre di più anche al prezzo, cosa che fino a qualche anno fa incideva meno. Reggono i libri per bambini e ragazzi: i genitori, forse anche per i loro costi ancora contenuti, li scelgono ancora come regali da fare per i più piccoli».

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