Roma: il Centro tra rifiuti, bivacchi, abusivi e rifiuti: è assedio. I commercianti: «Così allontaniamo i turisti»

Soglie dei negozi usate come dormitori mentre i “fracassoni” agiscono indisturbati

Bivacchi, abusivi e rifiuti: il Centro è sotto assedio
di Alessia Marani
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Venerdì 11 Novembre 2022, 00:41

Le favelas di coperte e cartoni spuntano a ogni angolo. Un giaciglio viene improvvisato sulle soglie di travertino delle boutique d’abbigliamento di via Nazionale, così come bivacchi si allungano all’ingresso dei grandi portoni di legno degli uffici su via del Tritone e via Barberini. I turisti fanno lo slalom tra i rifiuti, otturandosi il naso di fronte agli olezzi tutt’altro che piacevoli di urina e sporcizia. Effluvi indesiderati delle vacanze romane. «Pensare che finalmente dopo l’emergenza Covid sono tornati anche i nordamericani, lo zoccolo duro del turismo capitolino - allarga le braccia - Gianni Battistoni, presidente dell’associazione dei commercianti di via dei Condotti - ma ecco poi lo scenario che si trovano di fronte».

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DOLCE VITA

Basta percorrere qualche altro metro a ridosso di via Veneto per capire che qua della Dolce Vita è rimasto poco o niente: il sottopasso di Corso d’Italia è impraticabile, trasformato in ricovero stabile di decine di clochard.

Qualcuno ha portato uno specchio e una bacinella per lavarsi, ci sono materassi buttati a terra con le coperte rimboccate e poi le stoviglie per cucinare qualcosa di caldo. Un’altra baraccopoli sorge a ridosso delle Mura Aureliane, bistrattato monumento a memoria della gloria della Roma antica. «Ci sono persone che ormai potrebbero essere considerate come residenti - afferma il cameriere di un locale della vicina via Campania - sicuramente si tratta di persone con delle difficoltà e problematiche sociali. Vanno senz’altro aiutate ma non si può vivere così. Molti clienti, soprattutto donne, hanno paura quando parcheggiano l’auto. Bisogna intervenire seriamente su questi casi, il Comune deve agire».

Nel tridente i commercianti si stanno preparando per la grande festa del 25 novembre, quando su via dei Condotti verranno accese le luminarie di Natale. «Il primo che confidiamo di potere trascorrere con un ritorno alla normalità dopo l’angoscioso periodo segnato dalla pandemia - continua Battistoni - su questa strada, così come su via Margutta, via del Babuino e piazza di Spagna, tra le più battute dallo shopping, a dire il vero, si stanno concentrando degli sforzi per mantenere il decoro ma appena la polizia locale gira l’angolo o appena ci si muove oltre questo reticolo di strade, il decoro è un miraggio. O si pensa a interventi massicci, sostenuti anche da una normativa adeguata oppure qualunque sforzo è destinato a essere vanificato». Sul fronte dei senzatetto, la sala operativa sociale non ce la fa a evadere tutte le richieste, soprattutto non può costringere persone con disagi psichici a un ricovero in centri d’accoglienza. Intanto imperversano i soliti caldarroste e i “fracassoni” continuano a sparare decibel incontrastati con i loro mini show e amplificatori portatili. Infine c’è pure un mistero: tempo fa da via dei Condotti vennero tolti i caratteristici cestini in ghisa con l’effige della lupa per fare spazio alle “urne” e poi agli anelli porta busta come misura anti-terrorismo. «Altrove li hanno rimessi, da noi no. Sono sei mesi che chiediamo cestini per le carte - conclude Battistoni - i nostri sono spariti, distribuiti chissà dove. Lunedì avremo un incontro con Ama anche per questo».
 

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