Roma, i rifiuti all'estero: Ama raddoppia i viaggi

L’azienda manderà in Europa 200mila tonnellate di rifiuti indifferenziati da trattare

Roma, i rifiuti all'estero: Ama raddoppia i viaggi
di Francesco Pacifico
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Sabato 19 Novembre 2022, 06:58 - Ultimo aggiornamento: 07:00

Non soltanto Olanda, Germania e Austria, ma anche Danimarca, Finlandia e Norvegia. Ama è costretta a raddoppiare i viaggi della speranza, a mandare più rifiuti di Roma verso gli inceneritori del Nord Europa. Materiali ben graditi durante l'attuale crisi energetica. In un primo tempo via Calderon de La Barca ipotizzava di spedire all'estero circa 80mila tonnellate all'anno, invece l'assenza di impianti nella Capitale e nel Lazio l'ha spinto a cercare sbocchi per 200mila tonnellate. Cioè di circa il 20 per cento dell'indifferenziata prodotta nella Città eterna.
Tra dicembre e gennaio il Lazio si troverà senza discariche: sono quasi saturi i bacini dei due catini di Albano Laziale e di Viterbo. Le prossime elezioni regionali, poi, hanno finito per ritardare gli interventi per trovare alternative: lo sblocco del quinto invaso a Roccasecca, nel frusinate, l'ampliamento di Viterbo o il via libera di Magliano Romano, congelato da una recente sentenza del Tar. E senza discariche per i Tmb e i tritovagliatori fornitori di Ama - impegnati nel trattamento del talquale - è difficile garantire un'ordinata gestione del ciclo dei rifiuti a Roma. E non va meglio con gli impianti nelle altre regioni italiane: gli spazi a disposizione sono pochi e, soprattutto, le tariffe chieste alla municipalizzata sono sempre più alte, con i prezzi che cambiano da una settimana all'altra.
L'azionista di Ama, il Comune, chiede sempre più sforzi alla sua controllata: a inizio anno è attesa una delegazione del Bie (il Bureau international des Expositions) per capire se Roma è in grado di ospitare l'Expo del 2030, apriranno molti cantieri per il Giubileo del 2025 e sarà più difficile per i camion della raccolta girare per strada, senza dimenticare il numero sempre più crescente di turisti.

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Gli stessi che poi postano sui social immagini della Città eterna invasa dai rifiuti.

Per tutto questo via Calderon de La Barca ha deciso di rivolgersi all'estero e avere certezza negli sbocchi. Soprattutto Ama ha scoperto che i costi non sono più alti di quelli spesi oggi per mandare la spazzatura in giro per l'Italia: una tonnellata, Roma compresa, nei Tmb e nelle discariche del Belpaese costa non meno di 170 euro, tra i 180 e i 200 euro invece per inviarli all'estero. L'unica differenza è che oltre confine non si può spedire e bruciare il talquale senza le prime lavorazioni propedeutiche (in questo caso è necessario un passaggio dei materiali nei tritovagliatori). Eppoi, con il trasferimento dei carichi umanitari o di armi verso l'Ucraina, non è sempre facile trovare navi e treni disponibili per il Nord Europa.

 


IL BANDO
Nel 2021 Ama, con l'aiuto di Invitalia, ha chiuso una gara con alcuni broker per spedire all'anno 50mila tonnellate all'estero. L'azienda poi ha cercato sempre in altri Paesi sbocchi per ulteriori 30mila tonnellate. Nelle ultime ore la decisione di arrivare a quota 200mila, chiedendo spazi anche in Danimarca, Finlandia e Norvegia. Sempre Ama vuole creare a Rocca Cencia, a via Romagnoli e Ponte Malnome aree di stoccaggio con delle presse per gestire meglio i trasporti verso il Nord Europa. Il tutto, in attesa, che con il bando per costruire il futuro termovalorizzatore - è atteso per fine novembre - il Comune trovi un'azienda del settore che oltre a realizzare l'impianto si prenda carico anche di lavorare nei suoi impianti i rifiuti romani, almeno per i prossimi tre anni. Intanto sempre il Campidoglio avrebbe respinto la richiesta di aiuto da parte di EGiovi per ricostruire il Tmb2 di Malagrotta, bruciato nel giugno scorso. Quell'incendio ha finito per mettere in ginocchio la raccolta romana, visto che lì si lavoravano quasi 700 tonnellate di spazzatura al giorno. Il commissario dell'azienda avrebbe chiesto al Comune di anticipare una parte dei soldi per i lavori, visto che l'impianto ha registrato danni minori rispetto al previsto. Ma da Palazzo Senatorio hanno spiegato che un sito di questo tipo non è in linea con le future strategie dell'amministrazione.
 

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