Roma, ragazza aggredita a Termini: «Presa a morsi dal mostro, un incubo. Ho pensato di morire»

«Mi ha spogliata, sono salva solo grazie all’intervento di una famiglia del palazzo»

Roma, ventenne aggredita a Termini: «Presa a morsi dal mostro, un incubo. Ho pensato di morire»
di Alessia Marani
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Mercoledì 26 Aprile 2023, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 09:00

«Un animale non sarebbe arrivato a tanto. Mi mordeva sul viso, mi ha staccato la pelle dalla faccia. Mordeva i miei denti che ho lavato per tutta la notte. Quel mostro mi stava sopra, mi stringeva le mani sul collo come per strangolarmi, ho ancora i lividi dopo giorni. C’è stato un momento, quando ho sentito chiudersi, pesantemente, il portone dietro di me, in cui ho pensato “Ecco è finita”. Quell’androne di un anonimo palazzo romano stava per diventare la mia tomba. E lui, intanto, mi spogliava...». Giorgia (è un nome di fantasia) turista ventenne, studentessa, vittima di violenza sabato sera in via Principe Eugenio nell’area della stazione Termini e a due passi da piazza Vittorio, interrompe per un attimo il suo racconto spedito. La voce si fa tremula. Eppure è decisa a ripercorrere l’incubo vissuto nella sua breve gita nella Capitale. Il suo aguzzino, un bengalese di 38 anni, è stato arrestato dalla polizia, lei si è salvata solo grazie all’intervento di una famiglia che ha sentito le urla ed è accorsa. «Quell’uomo ora è in carcere: deve rimanerci per sempre. È troppo pericoloso».

Giorgia che cosa è successo esattamente l’altra sera?
«Avevo un appuntamento in un locale con un amico in arrivo da Milano ed altre persone.

Ero appena scesa dal treno e mi stavo dirigendo sul posto, a esattamente 15 metri da dove è scattata la mia trappola, seguendo la posizione che mi era stata inviata su WhatsApp. Oramai gli spostamenti con i treni sono veloci, avevo calcolato di riprendere uno degli ultimi convogli in modo da essere a casa intorno alla mezzanotte. Insomma, non volevo fare tardi, era un’uscita tranquilla. Invece, mentre camminavo davanti al civico 32 di via Principe Eugenio, e c’era anche altra gente, un uomo vestito con la camicia celeste con sopra uno stemma, come sembrasse il portiere di una pensione o di un B&b, era fermo accanto al portone spalancato. All’improvviso mi ha sferrato un calcione pazzesco con cui mi ha scaraventato all’interno dell’androne. Non ci ho capito più niente: mi ha riempito di calci e sbattuto contro il muro».

E poi cosa ha fatto?
«Sono crollata a terra in un angolo, scorgevo come il vano di un ascensore, delle scale. Si è messo sopra di me, prima ha tentato di strozzarmi, mi toccava dappertutto, poi ha infilato una mano nel borsello e io ho creduto che potesse estrarre da un momento all’altro un coltello o un’arma. Quindi sono rimasta impietrita, avevo paura che reagendo mi ammazzasse e nel frattempo cercavo di urlare. È stato terribile. Disgustoso il suo mordermi, mi strappava via la pelle. Ho avuto tanta paura come mai in vita mia».

Come è riuscita a salvarsi?
«Il caso ha voluto che quella sera un signore fosse andato a trovare i suoi genitori anziani che abitano nel palazzo. Ha sentito le grida e sono scesi. Quell’uomo appena li ha scorti è andato subito a rifugiarsi nell’appartamento al pian terreno che ho scoperto condivideva, credo come ospite, non so nemmeno se regolarmente o meno, con altre persone. Il signore anziano ha chiamato la polizia. Mi sono sembrati minuti infiniti, lunghissimi, prima dell’arrivo degli agenti. Ma poi mi hanno accudita e aiutata con grande amore e professionalità. Mi hanno aiutata a disinfettarmi le ferite, ho preferito non andare in ospedale, piuttosto gli amici che poi ho avvisato, mi hanno prenotato una camera d’albergo in cui riposare per riprendermi un po’ dopo essere stata in commissariato. Le gambe mi hanno tremato per tutta la notte. Quel ragazzo venuto da Milano era choccato».

Lei non ha esitato a formalizzare la denuncia...
«Assolutamente. Quell’uomo è pericoloso. Poi l’avevo visto infilarsi in quella casa, doveva essere preso. So che ha tentato anche di scappare. Ho pensato a quei signori anziani che vivevano lì: come possono stare tranquilli con una bestia simile nel palazzo? E quante altre ragazze saranno caduto o avrebbero potuto ancora cadere nelle sue grinfie? Vede...».

Che cosa?
«Il primo novembre ero già stata a Roma, sempre nei pressi della stazione per bere un succo di frutta con delle amiche. Ebbene, uscendo un ragazzo giovane mi ha puntato alle spalle un coltellino e ha preteso dei soldi. Allora non denunciai perché non avrei mai saputo riconoscerlo. Ma basta quella zona è pericolosa e va messa in sicurezza».

Tornerà a Roma?
«No, non voglio tornarci. Spesso vado a Napoli e devo dire che lì mi sento molto più sicura».

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