Prese gli anelli dimenticati in hotel a Roma da un politico libico: poliziotto condannato a 3 anni e mezzo

L'ex vicepremier del governo di Tripoli, Maiteeg, soggiornava al Bristol per una visita diplomatica

Prese gli anelli dimenticati in hotel da un politico libico: poliziotto condannato a 3 anni e mezzo
di Valeria Di Corrado
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Lunedì 5 Dicembre 2022, 22:54

Degli anelli dimenticati in una stanza di albergo dall’ex vice primo ministro libico, Ahmed Omar Maiteeg, hanno “ingolosito” un poliziotto addetto alla sua vigilanza, che, invece di custodirli per restituirli al legittimo proprietario, se n’è appropriato. Per questo Antonio Militano, 34 anni, è stato condannato ieri dai giudici della seconda sezione collegiale del tribunale di Roma a tre anni e mezzo di reclusione con l’accusa di peculato e falso.

IL RITROVAMENTO
I fatti risalgono al 2 novembre del 2018. Ahmed Omar Maiteeg, all’epoca vice premier della Libia, era venuto a Roma per una visita diplomatica.

Aveva soggiornato all’Hotel Bristol di piazza Barberini. Al termine del soggiorno, Maiteeg si era dimenticato nella sua stanza «un anello di colore grigio, un piccolo cerchio di metallo grigio a forma di “U”, insieme a una scatola di colore bianco, con all’interno una scatola di colore nero con la scritta “Montblanc». 

A ritrovare questi oggetti preziosi era stata l’addetta alle pulizie dell’albergo, che li aveva affidati in custodia all’agente scelto Militano, originario di Palermo. Quest’ultimo, insieme a un altro collega, era stato incaricato di presidiare l’Hotel Bristol, proprio come forma di tutela del politico libico. Maiteeg, dopo essersi accorto di aver smarrito gli anelli, aveva contattato telefonicamente la direzione dell’albergo, con la speranza di recuperarli. Non poteva immaginare che a farli sparire sarebbe stato proprio il poliziotto che era addetto alla sua vigilanza.

RELAZIONE DI SERVIZIO FALSA
Miltano, invece, secondo la Procura di Roma, avrebbe omesso di «redigere il doveroso verbale di rinvenimento degli oggetti». E poi, per giustificarsi, avrebbe dichiarato falsamente nella relazione di servizio di aver lasciato incustoditi i preziosi sul tavolino dell’hotel; «quando, invece, se ne era appropriato», si legge nel capo d’imputazione. A incastrarlo sarebbero state le immagini delle telecamere di sorveglianza dell’hotel, acquisite durante le indagini del commissariato Castro Pretorio.

Nel processo di primo grado, che si è concluso ieri con la condanna a tre anni e mezzo di reclusione per l’agente, si sono costituiti parte civile il dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno e l’ex numero uno del Consiglio presidenziale del Governo di riconciliazione nazionale della Libia. Ahmed Maiteeg aveva ricoperto infatti le funzioni di Fayez al Sarraj, quando quest’ultimo era stato operato nel febbraio 2021 in un ospedale romano.

Ieri i giudici hanno anche disposto per il poliziotto, difeso dall’avvocato Fabrizio Merluzzi, l’estinzione del rapporto di lavoro con l’amministrazione di appartenenza (ossia la Polizia di Stato) e l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni.
 

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