Era un fantasma che si aggirava per l’Italia, dicono gli investigatori. Niente telefono né fissa dimora, nessun documento tranne un foglio rilasciato un mese fa dalla polizia stradale nel quale si riportano nome e cognome. Aleksander Mateusz Chomiak, il ventiquattrenne polacco fermato ieri a Milano che la notte del 31 dicembre ha accoltellato una turista israeliana alla stazione Termini, è in carcere a San Vittore con l’accusa di tentato omicidio e porto abusivo d’arma. «È socialmente pericoloso e potrebbe colpire ancora», scrive il pm Enrico Pavone nella richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare inviata al gip Natalia Imarisio, che lo interrogherà questo pomeriggio.
Armi nello zaino
Al giovane non è stata contestata alcuna aggravante, l’aggressione alla coetanea secondo chi indaga pare il gesto di uno squilibrato.
In Italia da 8 mesi
Al momento per gli inquirenti il gesto di Chomiak è privo di motivazione, non aveva legami con la ragazza e non l’aveva mai incontrata, è quindi ipotizzabile che possa avere problemi psichici. È in Italia da almeno otto mesi, di sicuro era nel nostro Paese un mese fa come si evince dal verbale della polizia che lo ha fermato per un controllo e a Roma è stato almeno per buona parte di dicembre. Dove si sia nascosto dopo l’aggressione ancora non si sa, pare svanito nel nulla. La sua fuga però si è conclusa su un treno con destinazione Brescia.