Poliziotti ai ferri corti con l’Inps: prima un ricorso al Tar, adesso la denuncia alla Corte Europea di Giustizia di Strasburgo per discriminazione. La questione sul piatto è paradossale: per l’istituto di previdenza nazionale gli agenti della Polizia di Stato e quelli della Penitenziaria varrebbero meno dei loro colleghi carabinieri. Ai poliziotti viene applicata un’aliquota pensionistica del 2,33 per cento contro quella del 2,44 delle altre forze dell’ordine. In pratica, migliaia di euro in meno per pensionati considerati di serie B. Per l’Inps agenti sarebbero impiegati civili e non militari. Il nodo sta nella smilitarizzazione della polizia, per cui nessuna indennità va per chi lavora in un ente a quanto pare considerato “privato”. A opporsi a quella che ritengono una «discriminazione inammissibile» è la neo costituita Associazione Pensionati della Polizia di Stato “Antiochia”. Sono tutti poliziotti del 94° corso dell’85, intitolato a Roberto Antiochia, l’autista del vicequestore Ninni Cassarà ucciso da un commando di mafiosi in quell’anno. A loro si sono uniti i colleghi dell’81. La vicenda ha inizio due anni e mezzo fa quando ai neo pensionati è stato rifatto il ricalcolo contributivo. «L’aliquota applicata non è corretta - spiegano dall’Associazione - La Polizia di Stato non è civile come asserito dalla difesa dell’Inps, ma è un Corpo a ordinamento civile, militarmente organizzato a statuto speciale, che ha in dotazione armi da guerra; la smilitarizzazione conseguente alla Riforma del 1981, è stata una scusa paventata dall’avvocato dell’Inps per risparmiare soldi arrivando a formulare una castroneria per cui la Polizia nel 1981 è stata “privatizzata”.
Un modo, a nostro avviso, per non riconoscere gli arretrati, assegnati invece ai nostri “cugini” del comparto sicurezza».