Roma, medico «molestava giovani pazienti»: chiesti 10 anni di carcere

Un posturologo è accusato di violenza sessuale in danno di quattro minorenni

Roma, medico «molestava giovani pazienti»: chiesti 10 anni di carcere
di Francesca De Martino
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Martedì 1 Marzo 2022, 00:21 - Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 18:27


Avrebbe costretto quattro pazienti minorenni a spogliarsi nel suo studio privato, in zona San Giovanni, dicendo che era necessario per curare i dolori alla schiena. Ma, con la scusa della buona riuscita della terapia, secondo l’accusa, un medico posturologo 71enne avrebbe approfittato per spingersi oltre tanto da fare alle ragazzine dei massaggi intimi e abusare di loro.

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È successo tra il 2011 e il 2016, in episodi distinti ma dallo stesso copione.

Per questi fatti Roberto Giacomozzi, 71 anni, è finito a processo con l’accusa di violenza sessuale aggravata e continuata ai danni di quattro minorenni. Ieri in aula, a piazzale Clodio, il pm Delio Spagnolo ha chiesto per l’imputato una condanna a 10 anni di reclusione. Tutte le parti civili - alcune di loro assistite dagli avvocati Gabriele D’Urso, Eleonora Grimaldi e Fabiana Romoli - hanno avanzato al Tribunale delle richieste di risarcimento danni da migliaia di euro.


I FATTI


I fatti contestati dalla Procura si sarebbero consumati tra il 2011 e il 2016. Tutto sarebbe avvenuto tra le mura dello studio privato del medico posturologo 71enne, in via Sannio, a San Giovanni. Le vittime, tutte e quattro all’epoca dei fatti tra i dieci e i quindici anni, secondo quanto ricostruisce l’accusa, si sarebbero presentate, in periodi diversi, nell’ambulatorio accompagnate dei genitori per correggere dei problemi di postura. Il 71enne, in base a quanto emerge dalle testimonianze quasi “fotocopia” delle giovani, a inizio visita le avrebbe fatte spogliare e sdraiare sul lettino per poi prendere un olio fresco e iniziare a massaggiare la schiena. Ma dalle spalle, l’imputato si sarebbe spostato sul petto, approfittando delle minorenni con vari palpeggiamenti. Poi avrebbe detto loro di girarsi prima a pancia in su e dopo a pancia in giù. E ancora, soprattutto quando si trovavano con il ventre rivolto verso il basso, l’uomo avrebbe abusato delle vittime allungandosi con le mani oltre il dovuto e senza alcun freno, tanto da provocare anche dolore alle ragazzine. In studio sarebbero stati presenti anche i genitori delle minorenni ma non si sarebbero accorti degli abusi, perché, per i magistrati titolari delle indagini, l’uomo avrebbe coperto la visuale mettendosi davanti a loro, così da non far notare tutte le attività della terapia.


I RACCONTI


Una delle vittime - ha sottolineato il pm durante la requisitoria - ha raccontato che quando la madre si era allontanata per pochi minuti dall’ambulatorio per andare a spostare la macchina, l’imputato avrebbe approfittato di quegli attimi di solitudine per approfondire ancora di più i massaggi. Un’altra vittima ha invece confidato alla madre l’imbarazzo di doversi mostrare senza maglia al medico e, così, le avrebbe chiesto di domandare al dottore se avesse potuto indossare un top. Ma il medico, a dire della giovane, avrebbe rifiutato quella proposta, perché d’intralcio al buon esito della seduta. Per la difesa, le manovre messe in atto dall’imputato sarebbero state tecniche e funzionali a risolvere i problemi posturali delle giovani. Ma, secondo quanto ha sottolineato il pm Spagnolo nel corso della requisitoria, quelle «manovre» non dovevano prevedere movimenti così invasivi sulle vittime. E quindi la responsabilità dell’imputato, per il magistrato, date soprattutto le testimonianze lineari e non contraddittorie delle giovani, ci sarebbe «oltre ogni ragionevole dubbio». L’avvocato Fabiana Romoli, legale di una delle ragazze costituite parte civile nel processo, ha dichiarato in aula: «Non erano massaggi, ma carezze, tutte strutturate per trarre in inganno le pazienti che non si erano mai sottoposte a visite così invasive». Ad aprile, a piazzale Clodio, è attesa la discussione della difesa dell’imputato e, poi, la sentenza del Tribunale.

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