Roma, corso Vittorio diviso dal tram. Ira dei residenti. I negozianti: «Rischiamo di chiudere»

Con la TVA timori per il decoro e sicurezza. Il Comune ha dato mandato alla Sapienza: tenterà di superare le criticità sul percorso

Roma, corso Vittorio diviso dal tram. Ira dei residenti. I negozianti: «Rischiamo di chiudere»
di Francesco Pacifico
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Venerdì 6 Gennaio 2023, 00:08 - Ultimo aggiornamento: 15:30

Il Comune mette in campo la Sapienza per dissipare i dubbi di commercianti e residenti sul tracciato della Termini-Vaticano-Aurelio. Massimo Bertoni, presidente di Federmoda e titolare di un negozio a via Nazionale, ammette di «essere preoccupato per il passaggio della tramvia: come ho detto al Comune, già con il cantiere per la pavimentazione della strada voluto dalla Raggi hanno chiuso 45 esercizi commerciali, ma se questi lavori termineranno in fretta, rischiamo che ne saltino altri 50».

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Viviana Di Capua, storica presidente dell’associazione Abitanti del centro storico, pone l’occhio su corso Vittorio Emanuele, che sarà divisa in due dalla futura infrastruttura: «L’assessore ai Trasporti, Eugenio Patanè, sa che siamo perplessi» e spera «nell’intervento della Sovrintendenza, perché il percorso dei tram tocca punti delicati della Capitale: a corso Vittorio Emanuele ci sono tanti edifici di pregio, come Palazzo Massimo, e chiese bellissime come Sant’Andrea della Valle. La loro stabilità, e quella degli palazzi dove abitiamo, va salvaguardata. Senza dimenticare la tenuta della pavimentazione, non meno delicata».

Commercianti e residenti non nascondono i loro dubbi per la costruzione della Tva, la cosiddetta tramvia del Giubileo, quella da Termini e alla fine del 2024 arriverà a piazza Argentina, per poi proseguire negli anni successivi per il Vaticano e l’Aurelio. Un’opera che ha già registrato non pochi ritardi sulla tabella di marcia e che a fine mese dovrebbe vedere la pubblicazione del bando di gara (valore 153 milioni) per la realizzazione della prima tratta. Per l’avvio dei lavori bisognerà attendere l’ottobre del 2023.


Proprio per attutire i disagi per la cittadinanza, il Comune - su input dell’assessore Patanè e con un affidamento di 75mila euro - ha dato mandato all’università Sapienza di realizzare uno studio per ottenere soluzioni progettuali alternative sul fronte urbanistico, ambientale e della sicurezza stradale. «Vogliamo garantire - aggiunge il titolare dei Trasporti - la partecipazione dei Municipi, dei comitati e delle associazioni dei residenti e dei commercianti, affinché il nuovo assetto viario valorizzi gli esercizi commerciali, le tante attività storico culturali e ridefinisca architettonicamente la zona in modo da tutelare la pedonalità, migliorando la qualità dello spazio pubblico e le condizioni di sicurezza stradale che oggi appaiono critiche».


MARCIAPIEDI
Per venire incontro proprio a residenti e commercianti gli estensori del progetto - sia durante la fase dei lavori sia quando l’infrastruttura sarà in esercizio - hanno deciso che i binari come i treni dovranno essere dotati di tutti i filtri necessari per ridurre le vibrazioni e il rumore dello sferragliamento, che i teloni per coprire i cantieri non saranno le brutte “reti di pollaio” ma pannelli a led oppure non ci sarà rete elettrica aerea davanti a importanti monumenti come Palazzo Massimo. Senza contare che il Comune ha già deciso di inibire su quel tratto di Centro storico il passaggio sui bus su gomma. Ai tecnici della Sapienza verrà chiesto di progettare, per esempio, marciapiedi più larghi dove è possibile, allargamenti di corsia dove servono o cosiddetti percorsi di mobilità dolce (come le ciclabili) intorno a quest’area. Ma potrebbe non bastare. Sì, perché residenti e commercianti, in teoria non contrari a una nuova infrastruttura di trasporto, temono che il passaggio dei mastodontici tram riducono la sicurezza, rendano meno attrattive quelle strade (anche dal punto di vista commerciale) e mettano a rischio la stabilità di edifici e monumenti.

LE REAZIONI
L’attore Luca Barbareschi, che a via Nazionale sta provando a riaprire il teatro Eliseo, è pessimista: «Questa mi sembra un’altra trovata geniale, come quella dell’ex sindaco Raggi che impedendo ai pullman di arrivare in centro in verità ha sottratto una grande fetta di pubblico ai teatri della zona. In centro a Roma ci sono i cinghiali, ci sono attività abbandonate. Via Nazionale raccoglie il passaggio di migliaia di persone al giorno dalla stazione termini al centro ed è in stato di abbandono. Il sindaco Gualtieri dovrebbe far funzionare i servizi già esistenti invece di pensare a Progetti faraonici e inutili». Con toni diversi, Marco Lepre, non vuole che si ripeta «quanto sta avvenendo con il restauro dell’area archeologica di Largo Argentina: un “cantiere vivente” da almeno 20 anni, che ha finito anche per aumentare la delinquenza. Il vero studio che dovrebbe fare il Comune è sui tempi dei lavori, per dare un inizio e una fine certa».
 

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