Classi usate come depositi e locali agli ex custodi: gli spazi negati agli alunni di Roma

Il flop della manutenzione

Classi usate come depositi e locali agli ex custodi: gli spazi negati agli alunni di Roma
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 8 Aprile 2022, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 15:20

Ci sono ma non possono essere usati: spazi violati e interdetti a studenti e professori perché occupati da sedie, armadi e banchi ormai rotti. Spazi riempiti fino ai soffitti pure da quei scrittoi a rotelle che il governo, in piena emergenza Covid-19, acquistò e consegnò alle scuole. Nessuno ha ancora ritirato né i primi né i secondi. Ancora: classi e aule off-limits perché pericolanti, ambienti vicini a istituti che non possono rientrare nelle disponibilità della scuola in questione poiché occupati da ex custodi ormai pensionati che tuttavia non mollano il beneficio e nessuno rivendita. È una situazione che ha dell'incredibile quella di almeno il 25% delle scuole romane in un periodo in cui, a fronte della crescente domanda di iscrizioni e con l'aumento di studenti per via della guerra in Ucraina che ha già portato a Roma oltre 500 giovani in età scolare, si cercano dannatamente spazi per le lezioni. E poi la ciliegina sulla torta con intere scuole chiuse.

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È il caso del liceo artistico Caravillani di piazza Risorgimento, ad esempio, privato alla comunità dopo il sisma di Amatrice. Pur di fronte al recupero delle risorse per la messa in sicurezza da parte della Città Metropolitana, alcune ditte che parteciparono alla gara dopo l'aggiudicazione hanno fatto ricorso. Morale? Solo a giugno arriverà la sentenza del Consiglio di Stato e intanto il plesso resta chiuso e il cantiere non è stato ancora avviato.
LE ANOMALIE
L'elenco delle anomalie è impressionante e tocca tanto gli istituti comprensivi di Roma Capitale quanto le scuole superiori: se da una parte si cercano nuove classi dall'altra le stesse scuole hanno aule inutilizzabili.

Al liceo Classico Visconti quattro classi sono puntellate per lavori di consolidamento del soffitto. All'Istituto superiore Enzo Ferrari la moglie dell'ex custode (deceduto) occupa senza titolo l'alloggio privandolo alla scuola. Un'analoga situazione persiste al liceo Scientifico Newton.

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All'istituto comprensivo Via dal Verme (zona Torpignattara) la scuola ha quattro locali pieni di arredi da dismettere e un piano chiuso dal Municipio perché al posto degli studenti hanno nidificato i piccioni per delle finestre vecchie, rotte e mai riparate. Anche all'Istituto Morvillo di Tor Bella Monaca diverse classi non ospitano i ragazzi perché sono occupate dai banchi e il canovaccio prosegue identico nel liceo Classico Kant, all'istituto comprensivo Donatello, in quello di via Poseidone. «L'edilizia scolastica è preoccupante, da un lato c'è l'esigenza di trovare spazi - commenta Cristina Costarelli, a capo dell'AssoPresidi del Lazio - dall'altra una serie di inagibilità per problemi mai sanati e classi inutilizzate, perché trasformate in magazzini, rende difficile anche la cosa più ovvia: usare i luoghi che già abbiamo». Piccola postilla: sul capitolo banchi che trasformano le aule in cantine diversi presidi si sono sentiti rispondere dall'amministrazione comunale e dall'ex provincia che i ritiri non potranno avvenire nell'immediato mentre dalla Città Metropolitana ricordano come sui banchi a rotelle, acquistati dal governo, il ritiro deve avvenire «centralmente».
 

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