Roma, assedio a Castel Sant’Angelo: favelas con vista San Pietro. «Turisti fra teli e clochard»

Dormono nei giardini monumentali. «Inutile chiamare le forze dell’ordine»

Roma, assedio a Castel Sant’Angelo favelas con vista San Pietro: «Turisti fra teli e clochard»
di Laura Bogliolo
4 Minuti di Lettura
Venerdì 26 Agosto 2022, 07:12 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 04:49

C'è il ragazzo che raccoglie immondizia, la accumula e dorme sulle panchine. «Chiamo le forze dell'ordine, lo identificano e dopo poco torna». La donna che grida se ti avvicini, «chi dorme sotto gli archi del Passetto e i senzatetto che si aggirano quasi nudi e usano le fontanelle per fare la doccia». Sotto gli occhi dei turisti la bidonville con vista su San Pietro viene descritta minuziosamente dall'architetto Michele Natoli, presidente dell'Associazione Parco di Castel Sant'Angelo. Lui e altri residenti sono le sentinelle del monumento, uno tra i più visitati. «Sembra proprio che non si possa fare nulla - dice Natoli con rabbia - noi segnaliamo i problemi, ma alla fine i senzatetto e gli sbandati sono sempre lì: ci sono addirittura materassi, enormi cumuli di immondizia, ogni tanto Ama passa, fa una bonifica, ma dopo poco la discarica si riforma. Possibile - aggiunge Natoli - che non si possa intervenire? Che figura facciamo con i turisti che arrivano da ogni parte del mondo?».

Campi rom a Roma, la protesta dei vigili: «Non ci fanno più fare i controlli»

Una giusta protesta anche in vista del Giubileo.

Da giorni, poi, davanti agli occhi di romani e stranieri, diversi senzatetto si mostrano quasi nudi nei giardini di Castel Sant'Angelo: sullo sfondo c'è la sede della Procura generale. «Una vergogna» diceva ieri Sonia, turista arrivata da Firenze. Difficile, infatti, pensare che nella Capitale non si riesca a tenere sotto controllo un bene pubblico e prezioso come Castel Sant'Angelo, a pochi passi da San Pietro. «Siamo riusciti a far creare un'area cani nella zona del fossato - aggiunge Natoli - è un modo per vivere gli spazi e allontanare il degrado: ci vorrebbero più cancellate nell'area, più controlli». Ma nella Capitale ci sono favelas anche con vista sul Colosseo. Nei panni di un turista, passeggiare nell'area verde del Colle Oppio significa scontrarsi con cumuli di immondizia, tendopoli e panni stesi. Ieri, in particolare, svettava un rifugio lungo via Luigi Cremona. Clochard anche a Porta Maggiore.

Rifiuti a Roma, Esquilino rione discarica. «Non paghiamo la Tari»


LE INUTILI LOTTE
«Serve il decentramento sui temi del sociale - dice Stefano Marin, assessore Politiche Ambientali del I Municipio - i problemi del Centro sono diversi da quelli di altri quartieri, abbiamo zone come Termini che fisiologicamente attraggono disperati». E una bidonville è di nuovo sorta in viale Pretoriano, lo stradone con giardini ormai off limits che costeggiano le Mura Aureliane, tra la stazione e San Lorenzo. Ci sono decine di tende: le colonnine per pagare il parcheggio sulle strisce blu sono state colonizzate, trasformate in paletti per innalzare tende. In via dei Frentani la scena più drammatica: un senzatetto sdraiato in un letto di rifiuti con i piccioni a cercare cibo.

 

«C'è un problema umano e di sicurezza, la situazione dei bivacchi negli ultimi sei mesi è peggiorata - dice Laura Franchitti, di Rifondiamo Castro Pretorio - sgomberano, ma poco dopo i senzatetto tornano». «Anche in previsione del Giubileo serve un piano di accoglienza permanente aldilà dell'emergenza freddo, ampliando sempre di più l'offerta dei posti disponibili - commenta l'assessora alle politiche sociali di Roma Capitale Barbara Funari - è già uscito un bando che prevede il finanziamento di soluzioni di cohousing in appartamenti per poche persone e anche il Pnrr rappresenta un'occasione per affrontare l'emergenza di chi vive in strada».
laura.bogliolo@ilmessaggero.it
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA