Bollette troppo care, luci spente nei negozi a Roma: al buio una vetrina su tre

Il 30% delle 60 mila attività su Roma, stima la Confesercenti, ha iniziato a ridurre il consumo di energia elettrica a fronte dei rincari.

Bollette troppo care, luci spente nei negozi a Roma: al buio una vetrina su tre
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 19 Ottobre 2022, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 11:22

Insegne spente, vetrine al buio: al tramonto a calare non è solo il sole ma anche l'illuminazione dei negozi. Il 30% delle 60 mila attività su Roma, stima la Confesercenti, ha iniziato a ridurre il consumo di energia elettrica a fronte dei rincari. Metodi «necessari» spiega più di un titolare «per cercare di arginare i costi e le bollette». Tra conguagli e ultimi pagamenti più di un'attività ha deciso di ottimizzare l'illuminazione.

Bollette, stop agli aumenti: calo forse già da questo mese. Luce, possibile taglio del 15-20%


I CASI
«Per quanto ci riguarda - spiega Diego Gardelli a capo di un noto negozio di abbigliamento con punti vendita all'Eur, Parioli e Centro - da settembre abbiamo spento i fari che illuminano l'insegna esterna e che un tempo lasciavamo accesi di notte e per l'attività di viale Europa, essendo il negozio suddiviso su due piani, alla chiusura abbiamo deciso di spegnere le luci al piano superiore».

Con l'ultimo conguaglio «abbiamo pagato più di 12 mila euro e questo mese solo per un punto vendita 2.100 con un rialzo notevole tra il 25 e il 30%». Gardelli non è l'unico commerciante ad avere adottato una riduzione dei consumi decidendo di limitare l'uso dell'illuminazione dentro e fuori dalle proprie attività. «Moltissimi altri negozi, soprattutto quelli legati alla somministrazione - aggiunge Romolo Guasco, direttore della Confcommercio - stanno valutando anche una riduzione dell'orario» e «se oggi siamo a tre attività su dieci che hanno spento le vetrine - prosegue Giammaria - il dato a condizioni correnti tenderà inevitabilmente ad aumentare». Dal Centro alla periferia, di insegne spente se ne contano già a decine. «È brutto assistere a tutto questo - analizza ancora il numero uno della Confesercenti - soprattutto ora in vista del Natale e a maggior ragione se consideriamo il fatto che in alcuni quartieri un'insegna accesa dava a suo modo anche una percezione di maggiore sicurezza». Ma appunto le bollette hanno imposto una rivisitazione dei consumi. «Si sta provando a fare economia - conclude Gardelli - un po' come si prova a farlo a casa».

 


Da via Tiburtina a via di Torrevecchia, passando poi per viale Marconi, viale Europa e anche via Cola di Rienzo: moltissime strade commerciali hanno iniziato a spegnere insegne e vetrine nelle ore di chiusura e le associazioni di categoria stanno raccogliendo anche altre proposte. A partire da quella di ridurre l'orario, sfruttando la chiusura in pausa pranzo. Ormai da anni molti negozi hanno adottato soprattutto nel Centro l'orario prolungato ma adesso, considerato comunque che le luci nei locali devono restare accese anche durante il giorno, in molti stanno valutando di chiudere tra le 14 e le 15.30 o di anticipare la chiusura dalle 19.30 alle 19. Ad avanzare la proposta sono per lo più attività slegate dalle grande distribuzione, negozi a conduzione familiare e comunque sebbene di prestigio, per la qualità dei prodotti venduti e con una clientela affezionata, che stanno risentendo della crisi. La Confcommercio, da ultimo, ha messo a disposizione dei propri iscritti «degli esperti che sappiano interpretate nel modo corretto le bollette - conclude Guasco - e suggerire modalità per il risparmio». Dalla Confesercenti Giammaria chiede all'amministrazione di Roma Capitale una mano sul fronte dei contributi: «Si potrebbero valutare delle riduzioni per gli oneri dovuti al Comune, a partire dalla Tari».
Camilla Mozzetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA