Seguiti e rapinati mentre tornano a casa. Minacciati con le pistole mentre restano imprigionati con i loro suv o auto sportive in mezzo al traffico dell’ora di punta nelle strade della Capitale. L’ultimo incubo per gli automobilisti romani è quelle delle rapine subite al volante, fermi al semaforo o per dare la precedenza, persino quando rallentano per accedere alla rampa del garage. La modalità è quasi sempre la stessa: in due a bordo di uno scooter, caschi scuri sulla testa, si affiancano, puntano l’arma contro il finestrino. Se necessario, per essere ancora più incisivi, con il calcio della pistola spaccano e mandano in mille frantumi i finestrini.
Automobilisti nel mirino della banda
Le “batterie” criminali mirano soprattutto agli orologi di lusso.
Solo la Sezione antirapina della Squadra mobile ha schedati oltre duecento “trasfertisti” tutti provenienti dall’area di Napoli. La malavita partenopea sembra agire secondo una mappa ben studiata di Roma. Dal rione Sanità le gang puntano dritte ai quartieri più a Sud: all’Eur, al Torrino e all’Aventino. Dai vicoli dei “Quartieri”, invece, la rotta della mala porta più a Nord: al Salario, ai Parioli, al Flaminio e in Prati. Stando a recenti informative dei carabinieri alle batterie non interessa quanto valga ogni singolo orologio, che sia un Rolex, un Jaeger-LeCoultre, un Cartier. Per ogni pezzo portato ai ricettatori specializzati i rapinatori intascherebbero una quota fissa di mille euro. Basta una giornata “buona” su Roma per assicurarsi uno “stipendio” mensile.
I raid
Giovedì pomeriggio, dunque, il Far West si è ripetuto. Il primo raid alle 18.50 in via Zandonai. Gabriele C., 50 anni, imprenditore, sta rientrando a casa a bordo della sua Audi. Indossa il Rolex al polso, ma a destra per essere meno esposto. Apre il cancello automatico e imbocca la rampa del garage. Dietro di lui uno scooter con due persone in sella. Ma a metà rampa si ferma e uno scende a piedi. Dopo poco ecco che bussa sul finestrino destro, pistola in pugno. «T’uccido, fuori l’orologio». Ma l’imprenditore conosce le armi, mantiene il sangue freddo. Può essere una scacciacani e allora comincia a fare avanti e indietro con l’auto, suonando il clacson. Il complice, per primo, si dà alla fuga. Poi anche quell’altro non prima di fare un ultimo tentativo spaccando i finestrini con il calcio della pistola. Non passa molto che alle 19,30 una volante deve accorrere a Ponte Milvio. Un uomo su un Suv viene affiancato dai “soliti” due bandati armati, forse gli stessi. Puntano la pistola contro il professionista che abita in zona, a cui non resta che consegnare il Rolex. La caccia ai banditi continua.