Bancarelle, Parigi dichiara guerra ai mercanti della Tour Eiffel. Roma aspetta

Campagna francese per il decoro del monumento simbolo mentre a Roma abusivi e centurioni sembrano intoccabili

Bancarelle, Parigi dichiara guerra ai mercanti della Tour Eiffel. Roma aspetta
di Francesca Pierantozzi
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Sabato 3 Dicembre 2022, 00:17

Sotto la Tour Eiffel è guerra. Anne Hidalgo è decisa a fare piazza pulita, a sgomberare il perimetro tra la Senna e il campo di Marte dai venditori di Churros, cappelli, torri, portachiavi, crepes, zucchero filato. Quel disordinato villaggio di baracchini, souvenir, chioschi, portacartoline e fornelli accesi che funestano i grandi monumenti: al Colosseo sembrano eterni come Roma, tra finti centurioni che nessuno fino a oggi è mai riuscito a mandare via, bancarelle e ambulanti che circondano i turisti in un suk senza regole, a quanto pare inestirpabile. E invece Parigi dimostra che no, il commercio scadente e irregolare non è una fatalità, si può provare a combatterlo e a sgomberarlo.

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Nonostante la pioggerellina gelata, davanti al baracchino “Ici c’est Paris” si è formata una piccola coda, un gruppo di ragazze polacche: cercano Torri Eiffel, riproduzioni a 12 euro di quella, vera, che incombe sopra le loro teste.

Una ragazza col basco è indecisa, scruta la versione dentro la palla di vetro con coriandoli colorati, nessuna in compenso guarda i palloni e i berretti del Psg. «Ci manderanno via». dice Julie. Non è la padrona del commercio, piazzato sotto il piede ovest della Torre: «Sono una dipendente. Per il comune, tra qualche mese via tutto, via anche la giostra che sta sul lato Senna e via pure il chioschetto di gelati e crepes rilevato nel 2019 da Baptiste e Tatiana: «Speravamo di rinnovare la concessione per cinque anni». Per la sindaca deve andare tutto via per far posto al cantiere di rifacimento dell’area, che dovrà essere ultimato per le Olimpiadi del 2024. Le concessioni saranno tutte rimesse in palio. Nuove strutture, nuovi proprietari, nuovi contratti, nuovi criteri estetici anche. Il “ricordaro” più grande, di fronte all’ingresso principale della donne, si trincera dietro un no comment: «il mio boss non c’è e anche se ci fosse di questa cosa non parlerebbe».


IL BRACCIO DI FERRO
Per molti, dietro all’inflessibilità della sindaca e della giunta c’è anche e soprattutto il braccio di ferro con Marcel Campion, il re dei giostrai parigini, partito da un baracchino di patatine fritte e oggi alla testa di un impero che culmina con la grande ruota sulle Tuileries, davanti al Louvre. C’è stato lui per anni dietro il mercatino di Natale degli Champs Elysées. Un anno fa è stato condannato per diffamazione e oltraggio per aver pubblicamente insultato Anne Hidalgo nel corso della campagna per le municipali del 2019. 
Nessuno sotto la Torre Eiffel evoca apertamente Campion. Secondo Le Parisien, la dozzina di baracchini presenti (alcuni con una concessione che costa fino a 100mila euro l’anno, con cinque o anche dieci dipendenti) sono intenzionati a non cedere. Una parte ha fatto squadra e ingaggiato un avvocato che contesta la richiesta del Comune che chiede l’area sgombra entro l’inizio dell’anno «per portare a termine il progetto di risistemazione intorno alla Tour Eiffel e al Trocadero, che deve imperativamente essere concluso entro la fine del 2023 per una consegna al comitato organizzatore delle Olimpiadi».


PIÙ VERDE
I lavori prevedono più verde, aiuole, panchine. Il Comune ha già preparato una gara di riassegnazione delle concessioni che prevede dei lotti da sei/otto chioschi, per una durata di dieci anni. Una Tour Eiffel de luxe. È l’idea che si è fatta M. (chiede di restare anonima) che vende churritos e bevande calde vicino alla giostra: «ci saranno negozi nuovi, forse più belli, di sicuro ancora più cari di noi, che già siamo cari». 
 

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