Torre Argentina, autista chatta al cellulare mentre guida. Atac: «Saremo rigorosi»

Chattare al cellulare mentre si guida un mezzo aziendale è un comportamento che porta alla perdita del posto di lavoro

Torre Argentina, conducente dell'Atac chatta al cellulare mentre guida
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Martedì 18 Ottobre 2022, 15:02 - Ultimo aggiornamento: 17:17

Un conducente dell'Atac è stato ripreso oggi mentre era al cellulare durante la guida. A riprendere la scena un passeggero, che poi ha condiviso il video sui social. «Altissimi standard», il commento dell'utente. Dal filmato si intravede che le riprese sono state effettuate nei pressi di Torre Argentina, nel centro di Roma. Qui passano le linee Bus 30, 40, 492, 628, 64, 70, 87, H.

Atac: «Saremo rigorosi»

«Saremo rigorosi - fanno sapere dall'Atac - trattandosi di un comportamento vietato e in alcun modo ammesso in guida».

Cosa rischia

Chattare al cellulare mentre si guida un mezzo aziendale è un comportamento che porta alla perdita del posto di lavoro, una condotta sulla quale non si può chiudere un occhio infliggendo solo una sanzione disciplinare conservativa dell’impiego, ma scatta il licenziamento per giusta causa.

L’avvertimento arriva dalla Cassazione - verdetto 30271 della Sezione lavoro, depositato oggi - che ha respinto il ricorso di un autista di una società di servizi logistici integrati che mentre era in viaggio in Austria, su un’auto della ditta, aveva causato un tamponamento «per grave colpa» in quanto, tra l’altro, «anche conseguente all’utilizzo alla guida di una chat telefonica». Senza successo l’autista, Franco F., ha contestato il licenziamento inflitto nel 2017 dopo la ricostruzione dei fatti realizzata con la ‘scatola nerà, oltre che in base ai verbali della polizia stradale austriaca e dalle testimonianze di chi aveva assistito al tamponamento avvenuto nel novembre 2015, e ha sostenuto che si trattava di un provvedimento «discriminatorio».

Autista chatta al cellulare mentre guida, per la Cassazione è da licenziare. Ermellini, è una “negligenza e scatta la giusta causa”

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